Il Giorno del Ricordo 'diviso' di Casale. Ecco come è andata
Da una parte l'evento istituzionale, dall'altro la contromanifestazione dell'Anpi
«La tragedia è proseguita come atto di vendetta verso gli italiani identificati negli oppressori fascisti»
CASALE – All’indomani della doppia celebrazione per il Giorno del Ricordo a Casale, interviene il capogruppo del Partito Democratico Luca Gioanola.
«Con questa cosa che il giorno del ricordo divide! Sarebbe molto semplice non dividere. Perché divide? Perché non si fa nemmeno un piccolo sforzo a verificare la storia e a mettere i fatti in fila. Punto.
La tragedia dei territori dalmati, giuliani, istriani ha avuto genesi, uccisioni, soprusi verso il popolo slavo a partire dalla fine della prima guerra mondiale con un processo portato avanti con feroce fanatismo dal regime fascista e culminato nel 1941 con l’invasione italotedesca della Jugoslavia. Un fanatismo di italianizzazione e omologazione in una terra multiculturale. Un fanatismo che conosciamo bene cosa abbia combinato in Italia, in Piemonte, nel Monferrato, a Casale. Ok?
I crimini commessi dalle autorità italiane con stragi, deportazioni, internamenti in campi sparsi anche per la nostra penisola – sono un enorme non voler dire. Questa rimozione alimenta delegittima e diffama la resistenza nei Balcani.
Dopodiché la tragedia è proseguita con i partigiani jugoslavi, come atto di vendetta verso gli italiani identificati negli oppressori fascisti, per poi nuovamente passare ai fascisti e poi continuare ancora in modo feroce con la repubblica socialista Jugoslava di Tito. Il tutto condito dai trattati di fine guerra che hanno penalizzato pesantemente l’Italia, i confini e quei territori. E perché i trattati hanno penalizzato l’Italia, quei territori e quelle popolazioni? Beh, ricordiamoci che l’Italia ha pagato le scelte del fascismo per aver combattuto insieme ai nazisti (oltre ad aver, grazie al regime perseguito, imprigionato, torturato e deportato chi non la pensasse uguale e fosse ritenuto diverso, ance qui, nei nostri territori eh) ed è riuscita a recuperare qualche coccio, proprio grazie alla resistenza italiana a campo largo (comunisti, socialisti, popolari, cattolici, liberali, repubblicani, persino monarchici), altrimenti sarebbe andata pure peggio. Quindi tutti gli italiani antifascisti hanno contribuito a ridurre i danni. Che sia chiaro. Questa è storia.».
Il Giorno del Ricordo 'diviso' di Casale. Ecco come è andata
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«Quindi stiamo parlando di una storia complessa. Una cosa è certa, questa storia delle popolazioni esuli, una storia tremenda, violenta, tragica, ci deve vedere come popolo italiano tutto unito e solidale con i cittadini e le popolazioni dalmate, fiumane, giuliane, istriane che hanno dovuto subire troppo e troppo a lungo.
Ma per favore, e mi rivolgo all’Amministrazione che ha questa responsabilità istituzionale di unire e non dividere, di ricercare ciò che unisce e non ciò che strumentalmente divide, basta manipolare, ci meritiamo a Casale, soprattutto a Casale, per la storia che abbiamo, una cerimonia istituzionale differente. E sarebbe così semplice.
La politica, tutta, ha sbagliato in passato a non raccontare questa storia fin da subito, per quella sorta di equilibrio tra l’asse americano e russo, ma ora distorcere come si vuol fare a Casale, non va bene. Dobbiamo guardare avanti per costruire un futuro migliore, basandoci sulla storia.
Facciamo così, provate, proviamo a ripartire da un piano più agevole, parlando, invece che di memoria, di storia. Forse così ci si riesce.
Certo anche la storia non è una scienza esatta, però ha dei criteri e una verificabilità, e quindi un approccio critico che prescinde dal ricordo di ciascuno.
Facendo così, affrontandolo con un approccio di verità storica, credo diventi molto semplice capire e imparare come il giorno del ricordo sia un patrimonio di tutti gli italiani. E così consolidare anche la memoria. Di tutte e tutti noi, solidali con gli esuli. Perché a loro va tutta la nostra disinteressata e concreta vicinanza».