Il Santo di oggi, 8 febbraio, è San Paolo Verdun
Oggi, 8 febbrai, la Chiesa celebra anche San Girolamo Emiliani
San Paolo Verdun
La vita
Dopo essere stato uomo di corte, Paolo si fece monaco. Ritiratosi inizialmente come eremita entrò poi nel monastero di Tholey, dove per un certo periodo svolse la funzione di fornaio, divenendo poi direttore della scuola del convento.
Intorno al 630 il re Dagoberto I (che regnò dal 629 al 639) nominò Paolo vescovo di Verdun, donandogli terre le cui rendite gli consentirono di avere alcuni chierici come collaboratori. In questo modo egli divenne parte di quel movimento missionario che sostenne l’espansione verso est del regno franco (v. S. Amando, 6 feb.). Modellando se stesso sull’apostolo omonimo, Paolo fu un insigne vescovo, buon pastore e abile amministratore. Ricostituì la comunità ecclesiale di Verdun, che aveva passato momenti difficili, riuscì a far osservare alla gente il precetto domenicale e si adoperò molto per promuovere la dignità della liturgia e della vita dei canonici. Le sue spoglie sono conservate nella cattedrale di Verdun, dove ogni 8 febbraio si radunano panettieri, mugnai e pasticceri per assistere alla messa durante la quale viene benedetto il pane per i poveri.
Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno
San Girolamo Emiliani
Fondatore dei Somaschi e martire della carità
La vita
Nasce a Venezia da una nobile famiglia nel 1486. Trascorre una giovinezza avventurosa e nel 1531 decide di abbandonare tutto e, pur rimanendo laico, di dedicarsi a una missione: condividere la vita con i poveri e fare comunità con gli orfani. La sua esperienza spirituale matura all’interno della riforma cattolica attraverso il movimento del Divino Amore, e vicino a personaggi di rilievo come Gaetano da Thiene e il cardinale Gian Pietro Carafa (poi papa Paolo IV).
Come membro del Divino Amore, Girolamo diventa abile organizzatore delle opere di carità di Venezia (l’Ospedale degli Incurabili di Venezia, la bottega degli orfani a S. Rocco). La sua fama poi lo porterà per le città della Lombardia e del Veneto, chiamato dai vescovi a ordinare le opere di carità delle loro diocesi.
Attorno al santo si crea una grande cerchia di collaboratori tanto che alcuni di essi decidono di condividere il suo stile di vita. Nasce così la Compagnia dei servi dei poveri, ora chiamati Padri Somaschi.
Girolamo muore a Somasca (Lecco) l’8 febbraio 1537 dopo aver contratto la peste dai malati che curava durante una terribile epidemia che aveva colpito la Valle di S. Martino. Fu il suo estremo atto d’amore, capace di dare la vita secondo il comando di Gesù. Le sue spoglie sono venerate nella chiesa parrocchiale di Somasca. Canonizzato nel 1767 e nel 1928 nominato patrono degli orfani e dei bambini abbandonati.
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Santa Giuseppina Bakhita
Nata nel 1869 nel villaggio di Olgossa, in Sudan, fu rapita all’età di sette anni e venduta come schiava. Conobbe sofferenze fisiche e morali indicibili, ma riuscì a sopravvivere grazie alla sua fede in Dio.
Nel 1882 fu acquistata dal console italiano Calisto Legnani, che la liberò e la portò con sé a Venezia. A Venezia, Bakhita incontrò le Figlie della Carità, che la aiutarono a recuperare la sua identità e a ritrovare la fede. Nel 1893 entrò nel noviziato delle Figlie della Carità e pronunciò i voti nel 1896.
Per 45 anni, Bakhita visse a Schio, in Veneto, dove si dedicò al servizio dei poveri, dei malati e dei bisognosi. Bakhita morì a Schio il 8 febbraio 1947, all’età di 77 anni. Fu beatificata da papa Giovanni Paolo II nel 1992 e canonizzata nel 2000.