La B conquistata e da tenere: nove anni con Luca Di Masi
Era il 6 febbraio 2013: la promozione, ma anche una Coppa Italia di C e la favola della Tim Cup
ALESSANDRIA – Una camminata sul campo e poi dentro la sede. A respirare l’aria del Moccagatta, che da presidente è diversa per responsabilità, non per identità e identificazione.
E’ il sogno del tifoso che si trasforma in realtà, è l’innamoramento che diventa unione: accadeva 9 anni fa esatti, il 6 febbraio 2013, Alessandria desiderosa di conoscere Luca Di Masi, il nuovo presidente, che da queste parti conta almeno come un sindaco. Anzi, pure di più. Perché questa è la città della ‘scuola alessandrina‘, dove sono stati e cresciuti giocatori straordinari, che danzavano nel fango del terreno degli Orti, dove gli avversari restavano impantanati, e poi al ‘Mocca’.
Di Masi è arrivato dalla curva, dove le categorie non contano, perché i Grigi si amano a prescindere dalla collocazione nella mappa del calcio italiano. Lo ha imparato, anche nei passaggi meno brillanti, nelle scelte più difficili gli è sicuramente tornato in mente il coro dei 400 a Vigevano, in una D un po’ opaca, forte e intenso come se si stesse giocando una finale di Champions.
Per una piazza abituata a fare i conti con proprietari che passavano più tempo negli uffici dei notai che sugli spalti, una piazza passata prima attraverso un fallimento e poi una retrocessione per illecito sportivo, sentire quelle due parole, “programma ultradecennale“, e le altre quattro, “podio del calcio piemontese“, era musica nuova, era speranza mescolata al timore dell’ennesimo brusco risveglio.
Non è stato così: su quel podio, è vero, si sarebbe potuti arrivare quattro anni prima, e Tivoli è rimasto, lo ha confessato spesso il presidente, l’incubo di tante notti insonni a cercare di trovare spiegazioni. Su quel podio l’Alessandria è salita dopo otto anni e mezzo di presidenza, che sono meno dei dieci indicati quel 6 febbraio 2013. Un traguardo conquistato alla partita numero 350 della gestione Di Masi, in mezzo anche la favola della Tim Cup, di cui ha parlato il mondo intero, la Coppa Italia di C, due secondi e un terzo posto, uno stadio rimodellato, 13 allenatori (Gregucci per due volte) e 6 direttori sportivi. Di Masi che ha scelto l’appartenenza riportando Fabio Artico in grigio, e ha ribadito, nel gennaio 2021, l’obiettivo annunciato quel mercoledì di otto anni prima, puntando su Moreno Longo. Perché quando si taglia un traguardo non ci si mette solo una medaglia al collo, si deve provare, in tutti i modi, a tenerla. Con le persone giuste, per cercare sempre di abbinare qualità con sostenibilità, equilibri (anche economici) con passione.
Fra dodici giorni, il 18 febbraio, l’Alessandria festeggerà 110 anni. Prima di quella data affronterà Brescia e Lecce, 24 ore dopo sarà ad Ascoli e poi altre quattordici tappe. Per restare su quel podio che sta dimostrando di meritare: il decennale in B, insieme alla gente, patrimonio enorme di questa terra, sarebbe la vittoria più grande. Quella del consolidamento: il presidente lo sa, i tifosi pure.