Il Santo di oggi, 6 febbraio, è Santa Dorotea
Oggi, 6 febbraio, la Chiesa celebra anche San Paolo Miki e compagni
Il Santi di oggi, 6 febbraio, è Santa Dorotea ma viene celebrato anche San Paolo Miki e compagni.
Santa Dorotea
La vita
Vergine e martire nel 284 d.C., considerata patrona dei fioristi e dei fruttivendoli per il famoso miracolo del cesto di mele e rose in pieno inverno, e molto venerata nel Medio Evo tanto da essere una delle quatuor virgines capitales (insieme a Caterina, Barbara e Margherita), oltre che inserita nel gruppo dei santi auslitatori.
La sua vicenda si svolge nella Cappadocia, antica regione dell’Asia Minore, qui sorgeva la città di Cesarea. In questa città sul finire del III secolo viveva la nostra Dorotea, la quale con molta dedizione e costanza onorava il Signore in digiuni e orazioni, sin da bambina si distingue per le opere di carità, straordinaria saggezza e purezza di cuore. La sua passio molto antica, ma integrata da molti elementi leggendari, fa capire che la fanciulla fu anche oggetto d’invidia da parte di molti, incapaci di giungere all’altezza delle sue virtù.
Furono forse queste persone che fecero arrivare alle orecchie del tiranno le lodi che si facevano di Dorotea. Da qui s’innesca l’inquisizione e il processo. Viene condotta al luogo del martirio lei invoca ripetutamente il nome del suo sposo Gesù. Viene ascoltata da un avvocato pagano di nome Teofilo che le promette che se riceverà fiori e frutti nel suo giardino anche lui avrebbe creduto in Gesù Dorotea si raccoglie in preghiera e all’improvviso compaiono fiori e frutti. Teofilo si converte ma il governatore li fa decapitare entrambi.
Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno
San Paolo Miki e compagni
Paolo Miki è primo giapponese che ha subito il martirio per la propria fede cristiana.
La sua vita fu molto semplice: faceva parte del gruppo dei primi convertiti giapponesi. Battezzato a cinque anni, Paolo Miki entrò a vent’anni nel seminario dei Gesuiti, ad Anzuciana. Divenne presto novizio nella Compagnia, aggregandosi poi, con i voti solenni, ai seguaci di Sant’Ignazio.
Per lui, giapponese di lingua e di cultura, lo studio del latino fu molto difficile ma con le sue doti di predicatore ottenne numerose conversioni. Fino al 1590, in Giappone i missionari cristiani furono circondati da un clima di tolleranza e benevolenza. Ma improvvisamente, per diversi e complessi motivi, lo shagun Taicosama nel 1596 decretò l’arresto di tutti i missionari.
Paolo Miki venne catturato ad Osaka, con due compagni. Trasferito in carcere a Meaco, vi trovò altri cristiani e missionari, ventisei in tutto: subirono tutti indicibili torture, tra le quali il taglio dell’orecchio sinistro, e l’esposizione allo scherno della popolazione. I persecutori tentarono anche di farli rinnegare, ma nessuno dei ventisei disertò.
Il 5 febbraio 1597, vennero messi a morte su una collina presso Nagasaki, chiamata poi «la santa collina». Legati con funi sulle croci, vennero trafitti da due lance incrociate, trapassanti il cuore. Paolo Miki, prima di morire, parlò un’ultima volta perdonando i propri carnefici.
Sant’Alfonso Maria Fusco
Nacque il 23 marzo 1839 ad Angri, in provincia di Salerno da Aniello Fusco e Giuseppina Schiavone, primogenito di cinque figli. Gli fu dato il nome di Alfonso Maria de’ Liguori dai genitori per grazia ricevuta per la nascita del loro primo figlio. Di carattere mite era molto sensibile ai poveri e alla preghiera. Ricevette la Prima Comunione all’età di sette anni e, poco dopo, anche la Cresima. Manifestò ai genitori la sua vocazione all’età di undici anni.
Il 29 maggio 1863 ricevette l’ordinazione sacerdotale. Negli ultimi anni di seminario aveva sognato Gesù che gli chiedeva di fondare un istituto di suore e un orfanotrofio maschile e femminile. L’incontro con Maddalena Caputo di Angri spinse don Alfonso ad accelerare i tempi per la fondazione della congregazione delle Suore Battistine del Nazareno. Morì il 6 febbraio 1910 ed è stato beatificato il 7 ottobre 2001. È stato canonizzato il 16 ottobre 2016 da Papa Francesco.