Il circolo sardo ‘Su Nuraghe’ e il rito de ‘Su fogarone’
La tradizionale ricorrenza sarà celebrata questo pomeriggio alle 18.30 nel cortile della sede
ALESSANDRIA – Il circolo sardo ‘Su Nuraghe’ rinnova il rito de “Su fogarone” ad Alessandria. “Il falò di Sant’Antonio Abate è una delle feste più sentite in Sardegna – spiega il presidente, Sebastiano Tettei – È una ricorrenza antichissima che affonda nella notte dei tempi, unendo devozione cristiana ad ancestrali riti pagani. Dedicato al Santo che la leggenda vuole abbia rubato il fuoco dall’inferno per donarlo agli uomini, il grande fuoco assume nomi diversi nei diversi paesi dell’Isola: Sas Tuvas, Sas Frascas, Sos Focos, Su Fogarone, Su Romasinu. Per i sardi di Alessandria è ‘Su fogarone’: uniti nel circolo ‘Su Nuraghe’, vogliamo rispettare la tradizionale ricorrenza ripetendo i riti propiziatori praticati nell’isola a significare che il legame con le proprie radici è sempre più vivo”.
L’appuntamento, in ossequio alle norme anti Covid, si terrà dunque questo pomeriggio alle 18.30 nel cortile della sede sociale, in via Sardegna 1: il divampare del fuoco sarà preceduto dalla benedizione officiata da don Egidio Deiana, che presta il suo servizio nella chiesa di San Giuseppe Artigiano, al rione Cristo. “Le fiamme che successivamente si leveranno al cielo rappresenteranno le preghiere per propiziare un anno migliore sotto ogni aspetto”.
Come d’uso, poi, intorno a “Su fogarone” si farà festa: Francesca Rotta con altre giovani del Coordinamento Giovani del circolo si esibirà con spettacolari giochi del fuoco, accompagnata da segni di festa, canti tradizionali, buon vino e cibi speciali preparati, secondo le antiche usanze, per la ricorrenza.
“Rinnovando gesti vissuti nel proprio paese – aggiunge Tettei – quando il fuoco si consumerà, molti prenderanno con le mani i tizzoni neri di fuliggine e segneranno una croce nella fronte del vicino, in segno di buonaugurio”.
Nel rispetto della normativa antiepidemica non si potrà ballare, ma non mancheranno l’allegria e i canti orchestrati da Tiziana Grassano. Alle 19.30, poi, tutti a tavola a gustare il piatto tipico della Sardegna centrale: fae e lardu.