Il Santo di oggi, 5 febbraio, è Sant’Agata
Oggi, 5 febbraio, la Chiesa celebra anche Sant'Adelaide di Vilich
Il Santo di oggi, 5 febbraio, è Sant’Agata ma viene anche celebrato Sant’Adelaide di Vilich.
La vita di Sant’Agata
Vergine, Martire e Patrona di Catania
Secondo gli atti del martirio, Agata nacque a Catania da una ricca e nobile famiglia di fede cristiana. Verso i 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate.
Il console della Sicilia Quinziano, ebbe l’occasione di vederla e se ne invaghì. Dopo continui rifiuti da parte di Agata, esasperato, la fa imprigionare in un bordello con Afrodisia, donna dai facili costumi, che però non riesce a corromperla neppure con le minacce.
Quinziano al colmo del furore la fece flagellare e torturare fino ad ordinare di amputarle le mammelle. Ma Agata, dopo una visione, fu guarita. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto evitò l’esecuzione. Quinziano nella fuga annega nel Simeto.
Agata ringrazia il Signore di averle dato la forza di rimanergli fedele, nonostante le crudeli torture, poi muore.
Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno
Sant’ Adelaide di Vilich
Oggi si festeggia anche:
Beata Elisabetta Canori Mora
San Luca di Demenna
Nacque in Sicilia, a Demenna (Castrogiovanni), e venne iniziato all’ascetismo basiliano presso il monastero di San Felippo d’Agira. Per sfuggire alle vessazioni dei Saraceni, attraversò lo Stretto di Messina e andò ad essere sottoposto alla disciplina di Sant’Elia lo Speleota, a Reggio. Ma ben presto la zona dell’Aspromonte divenne anche meta delle incursioni saracene, così prese la via verso nord fino a raggiungere la famosa eptarchia monastica di Mercurio, al confine tra Calabria e Lucania.
Fondò una laura (chiostro) nel territorio di Nola (Napoli), dove restaurò la diroccata chiesa di San Pietro e visse con i suoi discepoli per sette anni, praticando l’ascetismo più rigoroso e dedicandosi al lavoro dei campi. Si recò anche nel territorio di Agromonte, vicino al fiume Agri, dove restaurò il monastero di San Giuliano.
Prestò il suo aiuto di carità cristiana ai soldati feriti nel conflitto tra i saraceni ei tedeschi di Ottone II. Fortificò il castello di Armento e la Chiesa della Madre di Dio, lasciandone la custodia ai suoi discepoli. Fu qui, intorno al 971, che nacque il famoso monastero dei Santi Elia e Anastasio del Carbone, che divenne il “quartier generale” del Santo, sia come baluardo contro le incursioni dei Saraceni, sia come teatro dei tanti miracoli da lui operati. San Luca, assistito da Saba il Giovane, morì e fu sepolto nella chiesa del monastero, dove ricevette il culto pubblico.