I Grigi, Arpad Weisz e la memoria
Una tappa delle celebrazioni anche allo stadio 'Moccagatta'
ALESSANDRIA – La storia di Arpad Weisz ha un capitolo anche alessandrino.
Per l’allenatore di origini ungheresi, ebreo, morto ad Auschwitz insieme alla famiglia, il grigio è stato il colore della maglia da giocatore, nel 1924 – 25, e poi da allenatore, per sette mesi, nel 1926, prima di andare a Milano e guidare l’Inter allo scudetto, primo dei tre titoli vinti (due al Bologna) prima di essere espulso.
L’Alessandria, all’epoca, giocava al campo degli Orti, ma alcuni anni fa, Comune, Isral e Alessandria Calcio hanno scelto di ricordare Weisz nel tempio del nostro calcio, perché squadre e tifosi potessero, ogni volta, rendere omaggio alla persona e allo sportivo e ad una storia drammatica, scoperta grazie al lavoro di ricerca e di scrittura di Matteo Marani e al suo libro “Dallo scudetto ad Auschwitz“.
Marani, giornalista e ideatore del format ‘Storie’, su Sky, proprio in questi giorni ha presentato, al Memoriale della Shoah, “1938: lo sport italiano contro gli ebrei“, docufilm sugli effetti devastanti del ‘Manifesto della razza’, in cui si parla anche di Weisz e di Raffaele Jaffe, fondatore del Casale Football Club, e si raccontano pagine tragiche e vergognose di un periodo di un paese, l’Italia, come sottolinea l’autore, “che i conti con la propria storia non li ha ancora fatti”.
Oggi un mazzo di fiori è stato deposto ai piedi della targa. “La memoria – questo il pensiero – dà ossigeno alla democrazia di questo paese”.