I Santi di oggi, 14 gennaio, sono San Felice da Nola, Sant’Engelmaro Martire e San Potito
Oggi, 14 gennaio, la Chiesa celebra anche Sant'Engelmaro Martire
I Santi di oggi, 14 gennaio, sono San Felice da Nola e Sant’Engelmaro Martire.
San Felice da Nola
Sacerdote e martire
Nasce a Nola nella seconda metà del III secolo da nobile famiglia, fu carcerato dai nemici di nostra santa fede, fu liberato da un Angelo, che lo condusse a un monte, dove diede soccorso a San Massimo (vescovo di Nola), nascosto e consumato dalla fame e dal freddo. Predicava i suoi concittadini alla pazienza nella persecuzione e con l’esempio insegnava loro il modo di farsi strada.
Perseguitato di nuovo dagli infedeli, Dio miracolosamente lo liberò dalle loro mani, facendo in modo che passasse in mezzo a loro senza che lo riconoscessero. Si salvò nascosto fra i dirupi, dove fu coperto con tele di ragno dalla divina Provvidenza e non fu visto dai persecutori. Faticando, si mantenne sino alla morte (avvenuta nel 313 circa) coi frutti d’un suo orticello che lavorava con le proprie mani.
San Felice da Nola è il patrono di varie località della zona e il protettore di tutti coloro che hanno problemi alla vista.
Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno
Sant’Engelmaro Martire
Engelmaro nacque in Baviera in una povera famiglia di contadini. Ebbe come maestro un pio eremita armeno, di nome Gregorio, ex-vescovo, il quale si era ritirato nella foresta bavarese per prepararsi alla morte. Morto Gregorio nel 1093, Engelmaro rimase solo in quell’eremo conducendo vita di lavoro, austerità e preghiera.
Gli abitanti della regione continuarono ad andare a fargli visita e molto presto il santo eremita fu circondato dalla stima e dall’affetto di tutti. Le sue virtù suscitarono l’invidia di un tale che da qualche tempo si era subdolamente associato a lui, facendo credere di voler imparare. Ma nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 1100 lo uccise barbaramente, nascondendone il corpo sotto la neve. Un’altra tradizione narra che quel miserabile uccise Engelmaro per impadronirsi dei tesori, ma non trovò nulla, poiché l’eremita distribuiva tutto ai poveri. Quando si sciolsero le nevi un sacerdote trovò il santo e provvide a seppellirlo. La leggenda racconta che dal corpo si irradiò un fascio di luce.
San Potito
Sardica (Romania), II secolo – Italia Meridionale, 160 ca.
Adolescente martire è un santo poco conosciuto, patrono principale della città e diocesi di Tricarico (Matera) e patrono di Ascoli Satriano (Foggia). Secondo alcune antiche recensioni della «Passio sancti Potiti», la più antica delle quali è del IX secolo, si narra di Potito come un’adolescente tredicenne, nato a Sardica nella Dacia Inferiore (attuale Romania), che era diventata provincia romana nel 107, dopo essere stata conquistata da Traiano. Sarebbe stato l’unico figlio di una famiglia ricchissima. Contro la volontà del padre, convinto pagano, il giovane Potito aveva abbracciato la fede cristiana con convinzione. I documenti gli attribuiscono gesti e miracoli che però non possono essere confermati. In particolare avrebbe liberato dal diavolo la figlia dell’imperatore Antonino Pio (138-161). Dallo stesso imperatore, però, venne torturato e infine decapitato verso il 160 in odio alla sua fede da cristiano.