Il Santo di oggi, 10 gennaio, è San Paolo di Tebe
Oggi, 10 gennaio, la Chiesa celebra anche San Gregorio di Nissa e Sant'Aldo
I santi di oggi, 10 gennaio, sono San Paolo di Tebe, San Gregorio di Nissa e Sant’Aldo.
San Paolo di Tebe
Primo eremita cristiano
La vita
Proviene da una ricca famiglia egiziana e le notizie sulla sua vita ci arrivano da san Girolamo nel volume Vita Sanctii Pauli primi eremitae.
Sotto la persecuzione di Decio, viene denunciato come cristiano da alcuni suoi parenti desiderosi di impossessarsi delle sue ricchezze ed è quindi costretto a rifugiarsi nel deserto.
Aneddoti
Si racconta che un corvo gli porta la razione giornaliera di pane mentre una palma, con i suoi lunghi rami, si addentra nella caverna fornendogli cibo e vestiti. Antonio Abate, all’età di 90 anni, avvisato in sogno dell’esistenza di Paolo, si reca a trovarlo. I due santi e anziani eremiti si abbracciano in lacrime. Paolo esprime il desiderio di avere il mantello che sant’Atanasio ha regalato ad Antonio e lui torna a prenderlo.
La morte
Durante il viaggio di ritorno Antonio trova Paolo già morto. Lo avvolge nel suo mantello e lo adagia in una fossa scavata da due leoni con le loro zampe. Nel 1381 le sue reliquie vengono portate in Ungheria, a Buda.
Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno
San Gregorio di Nissa
Vescovo
La vita
Nasce a Cesarea di Cappadocia (Turchia) nel 335 circa. Educato cristianamente dal fratello minore Basilio di Cesarea e soprattutto dalla sorella maggiore santa Macrina, non segue subito i fratelli nella vita ascetica. Battezzato e ordinato lettore, attratto dalla letteratura, si lascia influenzare dalla cultura classica, diventa maestro di retorica e si sposa. Alla morte della moglie, richiamato a più austera vita dal fratello Basilio e dall’amico Gregorio di Nazianzo, si ritira per qualche tempo nel monastero fondato dal fratello, sul fiume Iris.
Alla morte del fratello, il 1° gennaio 379, Gregorio ha parte di rilievo nei tre concili convocati subito dopo, per mettere fine allo scisma che divide la Chiesa, quale erede non solo materiale, ma anche dottrinale del grande fratello. Per la sua forte preparazione filosofica e teologica viene soprannominato, dai padri conciliari, la “colonna dell’ortodossia”.
Gregorio eccelle soprattutto nei cosiddetti “panegirici”, cioè nel tessere le lodi dei santi e nel compilarne le vite; fra le altre scrisse anche la vita della sorella Macrina. Probabilmente muore nel 395.
Sant’Aldo
Non si sa esattamente in quale epoca sia vissuto, probabilmente nei secoli intorno al Mille. Secondo una tradizione fu eremita e carbonaio a Carbonia presso Pavia, e a Pavia fu sepolto nella cappella di San Colombano, dalla quale fu traslato nella basilica di San Michele. Non a caso la memoria di Sant’Aldo si è conservata a Pavia, che fu un tempo capitale del Regno dei Longobardi. E’ probabile, infatti, che sangue longobardo scorresse nelle vene del santo eremita, o così almeno fa pensare l’origine del suo nome, che la parola longobarda “ald”, con il significato di vecchio.