Il santo di oggi, 9 gennaio, è San Marcellino di Ancona
Oggi, 9 gennaio, la Chiesa celebra anche il Beato Antonio Fatati e Sant'Adriano di Canterbury
I santi di oggi, 9 gennaio, sono San Marcellino di Ancona, Beato Antonio Fatati e Sant’Adriano di Canterbury.
San Marcellino di Ancona: la vita
Marcellino visse nel VI secolo, nacque da famiglia Boccamajore, fu il sesto vescovo di Ancona. Marcellino era considerato «uomo santo e pieno di zelo per la santificazione del popolo». Il martirologio romano riporta la leggenda, tramandata per iscritto dal papa Gregorio I, secondo cui il vescovo di Ancona, nel VI secolo, salvò la propria città da un incendio: Marcellino aveva la gota ed era obbligato a farsi trasportare dagli servitori. Un dì che divampò il fuoco, gli abitanti non riuscivano più a soffocarlo e la città era ormai minacciata di distruzione completa. Il santo vescovo si fece trasportare di fronte al fuoco, che subito volse indietro e si spense». Aveva in mano, dicono, il santo Vangelo.
Il santo di oggi: il calendario giorno per giorno
Beato Antonio Fatati: la vita
Nasce ad Ancona tra il 1400 e il 1406 da un’illustre famiglia di conti.
Diventa dapprima canonico della cattedrale di Ancona e poi sacerdote. Papa Niccolò V lo nomina suo cappellano maggiore e lo nomina canonico di San Pietro in Vaticano. In seguito lo invia nella Marca di Ancona, dove fu tesoriere, governatore e vicario pontificio. E lo nomina, poi, Vescovo di Teramo.
Pio II gli mostra la stessa stima del suo predecessore, e nel 1455 lo invia come vescovo ausiliare al nipote Francesco, poi vescovo di Siena e anni dopo papa Pio III. Nel 1463 lo nomina Vescovo di Ancona, sede che mantenne fino alla morte.
Alla sua morte, il 9 gennaio 1484, viene circondato dalla fama di santo, finché nel 1795 la Chiesa ne conferma il culto a lui tributato nel duomo di Ancona, dove il suo corpo è conservato in una tomba-reliquiario.
Sant’Adriano di Canterbury
Nasce nell’Africa del nord, ma si ignora la data di nascita.
In giovane età diventa abate di Nisida, monastero benedettino nel napoletano. Nel 668, papa san Vitaliano, lo chiama ad occupare la sede arcivescovile di Canterbury, rimasta vuota dopo la morte ravvicinata di san Deusdedit (Adeodato), e Wighard. Adriano, però, rifiuta consigliando di sostituirlo, piuttosto, con l’amico san Teodoro di Tarso, rivelatosi, poi, uno dei più grandi arcivescovi della sede primaziale inglese. Il pontefice accetta, a patto però che Adriano accetti di accompagnarlo quale consigliere e assistente.
Nel 670, Teodoro lo nomina abate dell’antico monastero dei Santi Pietro e Paolo, poi reintitolato a Sant’Agostino di Canterbury (il fondatore). Adriano assiste Teodoro nella missione di riforma e di unificazione delle tradizioni liturgiche inglesi con i riti romani. Grazie alla loro azione congiunta, questo si arricchisce di libri e diventa una scuola tra le più significative dell’Inghilterra del tempo, centro vivace di cultura e vivaio di vescovi e di abati. Lui e l’arcivescovo Teodoro girano per le parrocchie, per le scuole, insegnando musica, occupandosi di poesia e persino di astronomia e soccorrendo i poveri. Materie di insegnamento sono latino, greco, diritto romano, Sacra Scrittura e Padri della Chiesa. Gli studenti provengono da tutta l’Inghilterra e anche dalla vicina Irlanda.
Adriano è insegnante per ben quarant’anni. Muore a Canterbury il 9 gennaio 710.