L'allarme dei sindaci: "Difficoltà enormi: piano pandemico da rivedere"
Dal sindaco Lucchini con altri 46 sindaci di Acquese e Astigiano un appello all'assessore Icardi
Il sindaco Lucchini torna sulla necessità di rivedere il piano pandemico
ACQUI TERME – In occasione del primo video del 2022 il sindaco Lorenzo Lucchini è tornato sul comunicato diramato nella giornata di ieri agli organi di stampa spiegando, una volta di più, le ragioni dell’appello che i 50 sindaci di Acquese e Astigiano lanciano all’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi.
“Ieri abbiamo inviato ai mezzi d’informazione una comunicazione sottoscritta da 50 sindaci del territorio. Nelle ultime, infatti, si sono uniti anche i sindaci di Bubbio e Cassinasco. Chiediamo che il piano pandemico venga rivisto, anche alla luce di un coinvolgimento maggiore dei sindaci. Riteniamo che il nostro contributo dato dall’inizio della pandemia sia stato assolutamente importante. I sindaci – ha sottolineato Lucchini – anche a livello provinciale si sono costituiti in un’assemblea che anch’essa sta dando il propri frutti. Ogni sindaco si è speso per migliorare i propri centri vaccinali e mettere a disposizione dell’Asl i propri spazi, così da garantire un servizio non solo ai cittadini dei propri territori ma anche a quelli provenienti da fuori”.
L'allarme dei sindaci: "Difficoltà enormi: piano pandemico da rivedere"
Dal sindaco Lucchini con altri 46 sindaci di Acquese e Astigiano un appello all'assessore Icardi
Lucchini sottolinea, inoltre, come tra le prime tre ondate epidemiche e quella che stiamo attraversando nelle ultime settimane emerga una sostanziale differenza: “Rispetto alle prime tre ondate la forte pressione presente sui nostri ospedali oggi deriva da pazienti provenienti dalla nostra provincia. Non c’è la forte pressione che ci si aspettava sulle terapie intensive, ma sono passati pochi giorni dall’inizio della quarta ondata e ci ritroviamo già nella difficoltà di offrire posti letto ordinari a pazienti dei nostri territori. Acqui è assolutamente in grado di seguire pazienti Covid e non Covid, ma per dare il proprio contributo le nostre strutture devono essere messe nelle condizioni di poterlo fare. Insieme all’Azienda Sanitaria occorre chiedere alla Regione le risorse necessarie per dare questo significativo apporto al Dirmei: serve il personale, serve un supporto alla direzione sanitaria che non ci è stato ancora dato e serve un maggiore supporto per i nostri professionisti, che stanno affrontando questa quarta ondata con grandissime difficoltà. Per permettere loro di lavorare meglio dobbiamo ridurre la pressione sui nostri ospedali, quindi cercare di lavorare in modo coeso per un piano che consenta di abbattere i ricoveri a basso carico Covid. Acqui e Ovada hanno dimostrato quanto sia possibile lavorare sulla domiciliarità”.
I sindaci del territorio invocano una maggiore sinergia tra le diverse unità operative: “Nei prossimi incontri che avremo con l’Azienda e con la Regione – prosegue il primo cittadino termale – chiederemo l’attivazione di apposite cabine di regia che consentano, attraverso il lavoro coeso delle unità Usca, della Direzione aziendale, Protezione Civile e Sisp la possibilità, di lavorare uniti al fine di monitorare settimanalmente le situazioni in essere. Ci sono molte cose che possono essere riviste, ma bisogna farlo insieme. Non vogliamo battere i pugni sul tavolo – conclude Lucchini – ma metterci ancora di più a disposizione del sistema e della rete sanitaria”.