Inceneritore, per Cabella "un'opzione da non scartare"
L'avvio della raccolta "porta a porta" potrebbe essere posticipato di sei mesi. Intanto la Lega propone la strada del termovalorizzatore
Per l'associazione ecologista è «insensata» l'ipotesi di un termovalorizzatore nel novese: «Arriverebbe fuori tempo massimo»
VAL LEMME — Val Lemme premiata per la riduzione dei rifiuti e la quantità di raccolta differenziata. Nella speciale classifica dei “Comuni ricicloni” – curata ogni anno dall’associazione ecologista Legambiente – i Comuni della val Lemme sono tra i migliori sia a livello provinciale che regionale.
Tra i centri del novese, quello messo meglio nella classifica – che prende in esame i dati del 2020 su produzione di rifiuti e percentuale di differenziata – è Carrosio, settimo a livello regionale grazie ai soli 31 chili di rifiuti indifferenziati pro capite annui e a una raccolta differenziata che ha toccato l’88,7 per cento.
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Seguono i vicini Bosio (16esimo) e Voltaggio (18esimo): nel primo i cittadini hanno prodotto 40,6 chili di indifferenziato pro capite e nel secondo 43,5; in entrambi i paesi la differenziata è oltre l’85 per cento. In classifica c’è pure San Cristoforo (28esimo) con 41,9 chili di indifferenziato pro capite prodotto nel 2020 e una raccolta differenziata all’84,5 per cento.
Rimangono di poco fuori dalla top 100 altri due centri della val Lemme come Tassarolo e Parodi Ligure. Figurano tra i “Comuni ricicloni” anche Pasturana (59 chilogrammi di rifiuti pro capite) e Cassano Spinola (73,4 chili di indifferenziato ad abitante nel 2020).
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Se aumentano i Comuni che riescono a raggiungere l’obiettivo di portare la differenziata oltre il 65 per cento e la quantità di rifiuti pro capite sotto i 75 chili, ci sono però anche note dolenti. «A fronte di un obiettivo di raccolta differenziata imposto per legge pari al 65 per cento, anche quest’anno la Regione Piemonte nel suo insieme non raggiunge il target, fermandosi al 64,5 per cento», spiega Legambiente. Tutte le province superano il minimo imposto dalla legge, a eccezione di Alessandria e Torino, «che si confermano nel ruolo di zavorre restando ben lontane dagli obiettivi di legge, rispettivamente al 61 e al 59,3 per cento», ricorda Legambiente.
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«Nella situazione in cui ci troviamo sembra francamente poco previdente pensare a un nuovo impianto di incenerimento da affiancare a quello del Gerbido e da posizionare nel territorio dell’alessandrino», dice Legambiente a proposito della possibilità di costruire un termovalorizzatore dei rifiuti a Novi Ligure. «Sarebbero due totem all’inefficienza di un sistema di gestione che graverebbero per decenni sull’ambiente e sulla salute dei piemontesi, zavorrando lo sviluppo di una gestione sostenibile dei rifiuti, proprio là dove ci sarebbe bisogno di un’ulteriore spinta verso l’implementazione di sistemi di raccolta differenziata efficienti ed efficaci. E, dati i dieci anni in media necessari per la costruzione di un impianto in Italia, arriverebbe ampiamente fuori tempo massimo».