“Ad Acqui 300 positivi. Al ‘Galliano’ c’è carenza di organico”
Il sindaco in Consiglio: "Sisp: le unità addette a sciogliere le quarantene sono insufficienti"
ACQUI TERME – “Al momento in città abbiamo poco meno di 300 persone positive al test Covid. In ospedale la situazione è abbastanza precaria, non tanto per la pressione dei ricoveri degli ultimi giorni quanto per una debolezza dell’organico del personale, purtroppo diffusa su tutta la rete provinciale. Stiamo facendo pressione affinché si valuti la possibilità di attingere in modo urgente dalle postazioni 118 per rimpinguare gli organici e organizzare i turni del mese di gennaio”, questo l’aggiornamento del quadro epidemico-sanitario che il sindaco Lucchini ha esposto ieri sera, martedì 28, aprendo il Consiglio comunale.
“Medici costretti a turni massacranti”
Contagi che, rispetto allo scorso anno, con la variante Omicron si stanno sviluppando in maniera decisamente più repentina, anche se con effetti più lievi sui soggetti infettati. “Sappiamo che il Dirmei ha chiesto agli ospedali di Acqui e Tortona di fare da “reservoir Covid” per i pazienti che necessitano di assistenza respiratoria. Per il “Galliano” erano stati richiesti 24 letti Covid – sottolinea il Sindaco – ma è stato possibile concederne non più di 14. Questo perché il reparto Covid è un reparto che deve essere seguito da un medico che segua il paziente anche di notte. Il medico che segue il paziente Covid non può occuparsi anche del paziente “ordinario”, che nel nostro ospedale è seguito sia nel reparto di Medicina che al terzo piano. Questo crea un’ulteriore difficoltà”.
Per il personale sanitario, insomma, la mole di lavoro sta diventando sempre più insostenibile: “Ciò che rileviamo in questi giorni è lo scoramento dei professionisti costretti a fare turni davvero massacranti. Persone sopra i 60 anni costrette a fare più di 10 turni di Pronto Soccorso in notturna sono una cosa che non auguro a nessuno. In questi giorni il PS è stato preso d’assalto per ricoveri ordinari, non Covid. La situazione Covid è impattante dal punto di vista della domiciliarità, Abbiamo 300 persone a domicilio che si fatica a seguire con il Sisp. Serve un adeguamento della normativa. Ci rassicura il fatto che si sia scesi a 5 giorni nei tempi di isolamento per le persone positive che non presentano sintomi. Ma ciò non basta, perché le unità addette a sciogliere le quarantene sono insufficienti. Si fruisce troppo spesso delle unità Usca, che però avrebbero altri compiti da svolgere”.