In bar e ristoranti, perchè nessuno mi chiede il Green Pass?
Ci scrive un nostro lettore
Il comandante Vittorio Pugno interviene in seguito allo scritto di un nostro lettore
CASALE – Venerdì scorso, nella sezione lettere al direttore del giornale, è stato pubblicato lo scritto di un lettore che raccontava di come, in diversi locali di Casale e del circondario, non gli sia stato controllato il Green Pass in queste settimane.
In risposta è intervenuto Vittorio Pugno, comandante della Polizia Locale.
In bar e ristoranti, perchè nessuno mi chiede il Green Pass?
Ci scrive un nostro lettore
Di seguito in forma integrale.
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Preg.mo Direttore
Il 24 dicembre scorso la sua testata on line ha pubblicato una lettera di un cittadino casalese nella quale si adombra il dubbio che i dati forniti sui controlli effettuati dalla Polizia Locale di Casale Monferrato inerenti al rispetto delle misure per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 dal Corpo di Polizia Locale non siano veritieri.
Premetto che non è mia abitudine rispondere pubblicamente ad opinioni diffuse tramite mass o social media nella convinzione che la libera manifestazione del pensiero, ove lecitamente esercitata, sia uno dei pilastri della democrazia ma in questo caso il tenore di alcune affermazioni formulate dal lettore mi costringono a fare una eccezione
Tralasciando l’unilateralità delle affermazioni, testualmente “dopo avere verificato per esperienza diretta come stanno le cose a Casale”, mi corre però l’obbligo di puntualizzare sulla asserita mancanza di trasparenza dei comunicati stampa, riassumibile, a mio giudizio, nella infelice frase “ritengo che quella che viene raccontata sia una bella bugia, a fronte di una brutta realtà”.
In primo luogo, per quanto concerne la veridicità dei dati, non occorre indossare una divisa per comprendere come non sia possibile controllare preventivamente da parte delle forze dell’ordine l’attività di vigilanza che grava sui titolari degli esercizi pubblici se non indirettamente attraverso il controllo delle persone presenti nei locali. Va da sé che laddove venga riscontrato il mancato possesso della certificazione di un cliente o di un dipendente, il titolare dell’attività risponderà conseguentemente dell’omesso controllo in atto e non potrebbe essere altrimenti. Forse una riflessione più meditata su un meccanismo che appare logico avrebbe potuto evitare di gettare un ombra di ingiustificato discredito sulla attività svolta dai miei collaboratori e in alcune occasioni da me personalmente.
Ma laddove il Suo lettore non fosse ancora convinto, preciso, ad abundantiam, che tutti i controlli sono tracciati e le persone anche compiutamente identificate soprattutto per evitare elusioni della norma attraverso la sostituzione di persona. Le tracciature, trasfuse in atti, nel rispetto della normativa sul trattamento dei dati personali, vengono successivamente trasmessa all’autorità statale che coordina i controlli.
Ma se anche questo non convincesse ancora il Suo lettore, mi consenta di invitarlo pubblicamente per una serena chiacchierata, nell’auspicio che, presa contezza reale e non supposta dei meccanismi che regolano attività che deduco non possa conoscere, pervenga a più obiettive riflessioni su una tematica emergenziale senza precedenti e trasversale per implicazioni connesse..
Concludo, soprattutto per dovere di onestà intellettuale nei confronti della maggior parte degli esercenti che hanno dimostrato, malgrado tutte le difficoltà affrontate, grande correttezza e senso di responsabilità, sottolineando che come cittadino casalese, amante della buona cucina locale, ho potuto riscontrare per esperienza diretta che in nessuno dei ristoranti e delle pizzerie cittadine o del circondario in cui mi sia recato dall’introduzione dell’obbligo del Green Pass, non siano state adottate preventivamente, vuoi all’accesso ai locali vuoi ai tavoli, modalità organizzative finalizzate a verificarne il possesso da parte dei clienti.
Forse, non avendo alcun motivo di dubitare della veridicità di quanto affermato dal lettore, potrebbe essere stata semplicemente una questione di fortuna nella scelta dei locali frequentati.
Colgo l’occasione per augurare a Lei, al Suo staff e a tutti i Suoi lettori un sereno 2022 in allontanamento progressivo dal SARS-Cov2.
Cordialmente
Vittorio pugno