Nell’aria di Spinetta c’è del cloroformio: l’Asl lancia l’allarme
Due medici della "Sanità Pubblica" ritengono opportuno l?intervento degli Enti locali. La sostanza è un possibile cancerogeno
SPINETTA MARENGO – C’è del cloroformio nell’aria di Spinetta, valori in aumento nell’ultimo biennio presso le aree limitrofe al confine nord-est del polo chimico. E il cloroformio è una sostanza pericolosa per la salute.
Sono stati due medici dirigenti del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Asl Al a lanciare l’allarme firmando un documento – registrato il 19 novembre 2021 – che è stato inviato a Provincia, Comune di Alessandria, Asl Al e Arpa.
In sostanza, si chiede agli Enti locali di procedere ad individuare le sorgenti primarie e secondarie di rilascio di cloroformio, i possibili interventi tecnici attuabili per contenere le perdite alla fonte, le contaminazioni nelle matrici acqua e terreni, la valutazione del cloroformio presso gli stabilimenti coinvolti.
I dati si riferiscono ai rilievi Arpa di maggio e giugno 2021: i campioni sono stati prelevati in 15 punti dell’abitato di Spinetta, 4 all’interno del perimetro dello stabilimento (polo chimico), e uno nell’area non esposta dell’Istituto Volta di Alessandria (dove la presenza di cloroformio non è stata rilevata).
I medici sollecitano anche i risultati relativi alla campagna di monitoraggio effettuata dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente ad agosto e settembre.
In estrema sintesi: vista la presenza nell’aria di cloroformio, Asl ritiene opportuno che le Amministrazioni intervengano, facciano qualcosa per evitare che si verifichino altri rilasci nell’ambiente.
Fari puntati sul cloroformio
Sono diverse le sostanze chimiche monitorate da Arpa, per alcune i dati sono in linea con quelli regionali.
Ma l’attenzione dell’Asl si è concentrata proprio sul cloroformio «che oltre ad essere un possibile cancerogeno (gruppo 2B) – scrivono i dirigenti medici – ha effetti su vari organi ed apparati (con effetto deprimente sul sistema neurologico, disfunzioni epato-renale nel lungo tempo di esposizione ed effetti irritativi alla cute, nonché allergici in soggetti predisposti).
«L’assorbimento del cloroformio – continua la lettera – può avvenire sia per via inalatoria, digerente e cutanea. A tal proposito si evidenzia che la sostanza ha potere sgrassante sulla cute con aumento dell’assorbimento dello stesso e di altri inquinanti».
In sostanza: il cloroformio può essere assorbito anche attraverso la pelle.
Perché i medici chiedono agli Enti di intervenire?
La risposta è insita nelle valutazioni del Dipartimento: il composto è pericoloso per la salute e “viaggia” nell’aria trasportato dal vento.
Ecco le considerazioni – scritte nella missiva in modo esaustivo – che hanno portato gli esperti a sollecitare approfondimenti.
«La concentrazione maggiore di cloroformio si concentra nell’area di stoccaggio e zona nord con interessamenti di attività lavorative; la variabile vento può determinare la diffusione degli inquinanti.
I lavoratori non esposti professionalmente a cloroformio si trovano esposti per inquinamento outdoor (cioè, anche i lavoratori che non operano a stretto contatto con la sostanza possono esserne raggiunti).
L’assorbimento cutaneo d’estate è maggiore sia per la tipologia di abbigliamento sia per una maggiore vasodilatazione.
I soggetti che praticano sport all’aperto possono essere esposti ad un maggiore assorbimento cutaneo e inalatorio (aumento della frequenza respiratoria).
I soggetti con patologie cronico degenerative ed oncologiche potrebbero subire un danno maggiore in funzione dell’esposizione.
I bambini e gli adolescenti non devono essere “esposti”.
L’esposizione prolungata può dare problemi di infertilità, aborti e malformazioni.
Le donne che allattano non devono essere esposte».
L’intervento del Comune
Il Comune – che conferma di aver ricevuto la comunicazione dell’Asl Al – porterà questi dati all’interno dei tavoli tecnici per le procedure di rinnovo AIA (autorizzazione integrata ambientale) di Solvay.
Si tratta di un fatto importante, a tal punto che l’Amministrazione comunale non esclude “di porre come prioritaria la prescrizione dell’eliminazione di tutte le perdite al pari di quello fatto per il cC6O4”.