I santi di oggi, 17 dicembre, sono Santa Olimpia e San Giovanni de Matha
Vedova e diaconessa
Costantinopoli (Turchia) 365 circa – Nicomedia (Turchia) 408 circa
La vita
Orfana, viene educata da Teodosia, donna devota e colta. Si sposa ma rimane vedova molto presto. L’imperatore Teodosio il Grande fa sequestrare i suoi beni fino all’età di 30 anni, dopo il rifiuto di sposare suo cugino. Una volta tornata in possesso delle sue ricchezze le usa per opere di bene, tra le quali la costruzione di un ospizio per i pellegrini. Viene definita da San Gregorio Nazareno: “La gloria delle vedove nella Chiesa orientale”. Le sue reliquie vengono trasferite da Nicomedia nella chiesa di San Tommaso sul Bosforo, poi distrutta. Da allora se ne sono perse le tracce.
San Giovanni de Matha
Provenzale, docente di teologia a Parigi, prete a 40 anni, Giovanni de Matha lasciò la cattedra, divenendo sacerdote. Durante la sua prima messa, il 28 febbraio 1193, gli accade qualcosa di straordinario. Mentre celebrava gli comparve una visione: un uomo dal volto radioso, che teneva per mani due uomini con catene ai piedi, l’uno nero e deforme, l’altro pallido e macilento; quest’uomo gli indicò di liberare queste povere creature incatenate per motivi di fede.
Giovanni comprese immediatamente che quell’uomo era Gesù Cristo Pantocratore, che rappresentava la Trinità, e gli uomini in catene erano gli schiavi cristiani e musulmani. Capì, quindi, che sarebbe stata questa la sua missione di sacerdote: quella di liberare gli schiavi cristiani in Africa. Si ritirò in campagna per meditare sull’impresa e fondò, nel 1194, in Cerfroid, a poco meno di cento chilometri da Parigi, con quattro eremiti l’Ordine della Santissima Trinità, dall’austera regola.
Ottenuta l’approvazione di Innocenzo III il 17 dicembre 1198 con la bolla Operante divinae dispositionis, partì per il Marocco. Iniziarono così i primi riscatti di schiavi. Il tema era allora molto sentito, tanto che san Pietro Nolasco fondò nel 1218, con lo stesso scopo, i Mercedari. Giovanni morì a Roma – dove il Papa gli aveva donato la chiesa di San Tommaso in Formis sul Celio -, ma nel Seicento il suo corpo venne portato a Madrid.
Fu santificato nel 1666.