Il 17 dicembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle/sui Sex Workers
Oggi, 17 dicembre, si celebra la Giornata internazionale per porre fine alla violenza contro i lavoratori e le lavoratrici del sesso che mira a porre attenzione sulla condizione delle prostitute e sui temi relativi alle proposte di regolamentazione della prostituzione.
L’idea della giornata nasce quando nel 2001 in India si riunirono più di 25.000 sex worker per un festival organizzato dal Durbar Mahila Samanwaya Committee, un’associazione fondata a Calcutta: la manifestazione riunisce chiunque si riconosca come sex worker per chiedere il giusto riconoscimento dei propri diritti. Da questo evento la proposta di istituire una vera e propria ricorrenza, che si diffuse a livello mondiale.
Ogni anno il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute e l’Associazione Radicale Certi Diritti si uniscono per fare richieste specifiche:
- revisione della Legge Merlin;
- eliminazione delle politiche repressive;
- migliori condizioni di lavoro;
- uguali diritti.
Gli ombrelli rossi come simbolo della lotta alla violenza contro i/le sex workers
La condanna morale, la stigmatizzazione e la mancanza di riconoscimento del lavoro sessuale ha portato ad una generalizzata criminalizzazione di chi ha scelto questa attività anche se non infrange nessuna legge.
In Italia l’argomento del sex work è considerato parecchio spinoso, impedendo di raggiungere un controllo da parte dei lavoratori sul proprio mestiere e sulla propria vita, escludendoli dalla società. Questo diventa terreno fertile su cui crescono sfruttamento incontrollato, abuso e costrizione, orari di lavoro inaccettabili, condizioni di lavoro insalubri, ripartizione ingiusta dei guadagni e irragionevoli restrizioni della libertà di movimento.
La World Health Organization afferma ancora oggi che:
Uomini, donne e persone transessuali che svolgono sex work sperimentano alti livelli di violenza, stigma, discriminazioni e violazioni dei diritti umani