‘Per donna che io sij’ : la storia della suora pittrice Orsola Maddalena Caccia in un libro
Domani alla Gambarina appuntamento con la rassegna letteraria 'Storie alessandrine': ospite l'autrice Anna Maria Ronchi
ALESSANDRIA – Appuntamento domani alle 17.45 al Museo C’era una Volta, con l’amata rassegna letteraria ‘Storie alessandrine: un libro tante vite’.
Una sfilata di personaggi e di vicende storiche hanno animato in queste settimane le sale del museo etnografico, questa volta gli ospiti conosceranno attraverso il libro di Anna Maria Ronchi, ‘Per donna che io sij’ (Edizioni dell’Orso), Theodora Caccia di Moncalvo.
Una donna e il Seicento
Potremmo definirla una storia di autodeterminazione femminile quella di Theodora Caccia, figlia del noto pittore Guglielmo Caccia, soprannominato il Moncalvo, nata in un freddo 4 dicembre del 1596.
Il testo che Anna Maria Ronchi le dedica ripercorre e ricostruisce l’itinerario storico e umano di una donna che racchiuse in sé più anime: suora, pittrice, sorella, figlia e badessa in una cornice temporale complicata e piena di conflitti: siamo infatti nel travagliato Seicento, a Moncalvo, un luogo quasi sperduto sulle mappe dell’epoca eppure centrale in termini bellici.
Negli anni della giovinezza Theodora prese i voti come Orsola Maddalena e nel 1625 si trasferì con le sorelle presso il convento di Moncalvo. Fuori nel frattempo infuriavano le guerre di successione del Monferrato e, a incupire le atmosfere, nel 1630 giunse anche la temibile peste.
Fra cadenzate preghiere e il silenzio del convento Orsola Maddalena si dedicò all’arte: la pittura, che aveva scandito la formazione del padre, divenne anche la sua ispirazione e il suo talento.
La sua vita religiosa coincise con una vita artistica inedita per l’epoca, tanto che oggi è uno dei pochissimi rinomati esempi di pittrice donna affermatasi nel Seicento italiano.
Centinaia le opere conservate e a lei attribuite, caratterizzate da un tocco di pennello verticale, ma delicato, semplice non senza un velo di colori cupi, come è possibile osservare ne la Madonna col Bambino dormente, un’opera certamente devozionale che conserva e racconta un contegno sì femminile ma anche una presenza tanto dolce quanto necessaria quella che si legge nel gesto di Maria.
Celebri e apprezzate sono anche le sue nature morte, ordinate e precise, la cui struttura compositiva omaggia la natura e i suoi frutti e sottolinea una grande capacità di analisi e di osservazione.
Una vita lunga quella di Orsola, che si conclude nel 1676 a Moncalvo, lì dove era nata e dove aveva dato libero accesso alla fantasia e all’arte attraverso una testimonianza che ci restituisce un prezioso esempio di donna artista da riscoprire e celebrare.
Insieme ad Anna Maria Ronchi, presso il museo, interverranno anche Gian Luigi Ferraris, Albino Neri e Mauro Remotti.
Ingresso consentito con Green Pass.
Per info cliccare qui.