Il 9 dicembre è la Giornata internazionale contro la corruzione
Oggi, 9 dicembre, ricorre la Giornata internazionale contro la corruzione istituita nel 2012 dalle Nazione Unite con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione su un fenomeno di natura politico ed economico che priva i cittadini dei diritti fondamentali, compromettendo il corretto sviluppo della società.
Nel 2003, in contrasto alla notevole crescita mondiale della corruzione, l’Assemblea generale dell’Onu adottò una Convenzione con lo scopo di “un approccio globale e multisettoriale per prevenire e combattere il fenomeno”, entrò in vigore nel 2005 e fu uno degli strumenti giuridici più significativi alla lotta di questo andamento, infatti:
- prevede sia misure di prevenzione sia di criminalizzazione delle principali forme di corruzione;
- crea una piattaforma comune attraverso la quale viene rafforzata la collaborazione tra la polizia e la magistratura;
- favorisce le operazioni di estradizione dei colpevoli.
Durante la Conferenza degli Stati è stato individuato un organo decisionale per l’applicazione della Convenzione, mentre all’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) “gioca un ruolo essenziale nel sostenere i Paesi ad adottare pienamente la Convenzione, migliorare gli strumenti nazionali di contrasto e a creare istituzioni in grado di prevenire e reprimere le più pervasive forme di corruzione”.
La corruzione in Italia
Lo studio realizzato dall’Istituto internazionale delle Nazioni unite per la ricerca sul crimine e la giustizia incornicia la situazione italiana con un aumento di infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale e la complessità crescente della zona grigia in cui si muovono i gruppi criminali, sempre più abili a occultare profitti illegali. Si legge nel documento:
“Sebbene i mercati illegali rimangano la principale fonte di profitto per i gruppi della criminalità organizzata in Italia, in particolare per Camorra, ‘Ndrangheta e Cosa nostra vi sono prove crescenti di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale”.
L’indagine evidenzia che dal 1983 al 2012 il numero di ordini di sequestro da parte delle autorità sarebbe decuplicato, arrivando a 500 l’anno. Nello stesso arco temporale in Italia è avvenuto il sequestro di 1.708 imprese, mentre su 12.311 proprietà sequestrate, la categoria più ampia (circa il 40%) è rappresentata dalle abitazioni residenziali. Circa il 25% invece è rappresentato da proprietà fondiarie, sia per l’edilizia che per l’agricoltura.
Secondo quanto emerso dall’indagine un ruolo fondamentale lo ricoprono spesso terzi: diversi attori politici ed economici, infatti, sarebbero vulnerabili alle pressioni della criminalità organizzata, rappresentando un punto d’accesso all’economia legale. Con la conseguenza principale di un ingresso illecito in appalti pubblici e privati, strategia che rappresenta uno dei core business della criminalità organizzata.
Anche in tempi di crisi il fenomeno della corruzione trova modo di insinuarsi: in questo periodo di emergenza sanitaria miliardi di fondi sono stati mobilitati per l’acquisto di attrezzature mediche e per sostenere l’economia, supportando le imprese più duramente colpite dalla crisi. Il Segretario generale delle Nazioni unite, António Guterres, in occasione della Giornata internazionale dell’anno scorso, scrive:
“La risposta al virus sta creando nuove opportunità di sfruttare un controllo debole e una trasparenza inadeguata, dirottando i fondi lontano dalle persone nel momento di maggior bisogno. […] La corruzione al tempo del Covid-19 può compromettere seriamente il buon governo in tutto il mondo e sviarci ancora di più dal nostro impegno a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.