Elezioni provinciali: presentata alla Soms la lista di Miloscio
PD, Cinque Stelle, Leu e liste civiche in supporto al sindaco di Pozzolo
OVADA – È partita dal salone della Soms di via Piave, a Ovada, la marcia di avvicinamento alle elezioni provinciali (in programma il 18 dicembre, ndr) per la coalizione (PD, 5 Stelle, LeU e liste civiche) che sostiene la candidatura di Domenico Miloscio, sindaco di Pozzolo. Tra i candidati (tra i presenti Giorgio Laguzzi, Claudio Pastorino, Vanessa Chiappino e Martino Gandi) a un posto nel consiglio provinciale ci sono anche gli “ovadesi” Valeria Moccagatta (assessore di Rocca, assente lunedì sera) e Andrea Barisone.
«In questo momento, invece di risolvere i problemi, la Provincia li accentua – ha affermato il primo cittadino di Molare -. Tante cose, su questo fronte, vanno migliorate. Molti di voi mi ricorderanno come il grillino che dice sempre di “no” e che non accetta le coalizioni, ma ho sempre pensato che sia stupido non disputare una partita per partito preso». Presenti in sala anche il sindaco di Ovada, Paolo Lantero, l’onorevole Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera dei Deputati, e il consigliere regionale Domenico Ravetti.
Il programma della coalizione
«Questo appuntamento elettorale rappresenta l’occasione giusta per riavvicinarci ai vari territori – ha dichiarato Miloscio, dopo aver ringraziato Lantero per l’ospitalità -. Quasi tutti i centri zona della provincia (ad esclusione di Acqui Terme e Ovada, ndr) sono in mano al centrodestra. Noi vogliamo ripartire da qui per riaffermare che “ci siamo anche noi”, con un programma chiaro e definito. I numeri non sono dalla nostra parte ma non ci dobbiamo sentire battuti in partenza. Dobbiamo ripartire dalla sistemazione delle strade e della scuola, visto che dovrà formare i ragazzi del domani. E poi la logistica. Da anni si parla dell’Alessandrino come retroporto di Genova ma, anche quando c’è stata l’occasione per un confronto (a cui ha partecipato anche il governatore regionale Cirio, il ruolo della Provincia è sempre stato marginale, per non dire inesistente. Negli ultimi anni (a guida Baldi) hanno lavorato male, e dai bilanci emergono tutte le carenze. Basti pensare al fatto che l’ultimo è stato dichiarato favorevole con riserva».
«Non si vedeva da parecchio tempo una squadra così giovane – ha aggiunto il sindaco di Ovada, Paolo Lantero -. Conosco personalmente Gianfranco Baldi, so quanto impegno ci ha messo negli ultimi anni. Anche lui, però, ha dovuto abdicare dietro a difficoltà reali, e penso che si debba chiedere a Roma di concludere l’iter relativo alle Province: non sono possono lasciare questi enti nella situazione attuale. Spesso, peraltro, sono più i tecnici a gestire le Province che non i politici. Non è una polemica, ma una semplice osservazione. C’è un ruolo politico che va fortemente riconquistato. Penso alla sanità (oltre alla solidarietà espressa a Ravetti per i recenti attacchi della Lega, il primo cittadino ha ribadito il suo rispetto e la stima nei confronti dell’assessore regionale Icardi), ma anche alla logistica. Nell’ultimo incontro in cui si è discussione dell’autostrada Predosa-Carcare-Albenga, Slala è stata la protagonista assoluta. Ma fino a che punto la Provincia può demandare?».
«È stata data grande attenzione ai piccoli comuni – ha concluso l’onorevole Fornaro (LeU) -. Ritengo che, insieme alla coalizione, sia una scelta coraggiosa, che aveva già fatto il centrodestra nell’ultima occasione (con l’elezione di Baldi, sindaco di Cassine). Con la spending review e la riforma delle Province Alessandria ci ha rimesso di più rispetto, per esempio, ad Asti. Noi abbiamo sette centri zona che hanno voglia di autonomia e di partecipazione, con l’assenza della Provincia che negli ultimi anni si è fatta sentire in maniera drammatica. Considero i manifesti affissi dalla Lega “contro” il consigliere Ravetti un autogol politico e una cosa inaccettabile. Oltre alla logistica (Fornaro ha ribadito il suo “no” all’autostrada Predosa-Carcare-Albenga), bisognerà fare alcune considerazioni relative alla sanità: di questo passo, con la mancanza di professionisti, si rischia che la difesa degli ospedali possa diventare solamente una difesa dei muri».