A Ricaldone in scena le ‘Streghe’ di La Farina
Mercoledì 8 alle 21 la storia del processo alle masche di Spigno
RICALDONE – E’ uno degli spettacoli teatrali più amati dell’Acquese. ‘Streghe, una storia di violenza, terrore e potere’ scritto e diretto da Paolo La Farina, dopo oltre 15 repliche, continua ad attirare pubblico e ad incassare applausi. Il prossimo appuntamento sarà ospitato, mercoledì 8 alle 21, dal teatro di Ricaldone. Sul palcoscenico Monica Massone, Paolo La Farina e Michela Marenco per l’occasione accompagnati dalle musiche del Maestro Benedetto Spingardi.
Una (antica) storia vera
«La storia si svolge a Spigno, in Valle Bormida, nel 1631/32 – spiega Monica Massone – Il Marchesato era amministrato dalla famiglia Asinari Del Carretto; la valle era un’importante via di collegamento con il mare, terreno di scontro delle superpotenze del tempo. Nel 1631 arrivò la peste e per tenere a freno il popolino fu facile convincerlo della colpa del demonio e delle sue adepte: le streghe».
La pièce è tutt’altro che invenzione. E’ ispirata alle ricerche effettuate dagli storici Adolfo Francia, Antonio Visconti e Leonello Olivericaccia che nel 1992 trovarono nell’archivio vescovile di Savona il carteggio del lungo processo inquisitorio tenutosi a Spigno. Sul banco degli imputati, 15 persone, ‘masche e masconi’, responsabili di morti e della diffusione del contagio. Verbalizzati arresti, interrogatori e torture del processo durato diversi mesi.
Sulle assi del teatro ricaldonese Monica Massone vestirà gli abiti di una delle accusate; Paolo La Farina sarà l’Inquisitore; Michela Marenco rappresenterà la voce popolare dell’accusa. «Attraverso una serie di monologhi e dialoghi, si mettono in luce gli aspetti immutevoli nel tempo della natura umana e della gestione del potere, sempre alla ricerca del diverso, del più debole da identificare come nemico – continua la Massone – Attraverso l’uso di efficaci effetti multimediali, ed effetti scenografici si crea una situazione di forte impatto emotivo».
Parte del ricavato verrà devoluto alla Croce Rossa di Cassine.