«Ora il virus accelera anche in Piemonte. Ma calano i decessi»
Le consuete valutazioni del professor Carluccio Bianchi, docente Upo
Se in qualche modo eravamo riusciti a limitare i danni nelle scorse settimane, questa volta il ritmo di crescita dei contagi accelera notevolmente anche in Piemonte.
È quanto emerge dalla consueta analisi di Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, secondo il quale «i nuovi casi sono in evidente aumento e si iniziano a sentire effetti concreti anche sulle strutture ospedaliere. Alessandria resta tra le province migliori, al contrario di Torino e di Cuneo. La buona notizia, invece, riguarda i decessi, che sono in diminuzione».
Nella classifica relativa all’incidenza dei nuovi contagi ogni 100mila abitanti, l’Italia supera quota 150 e guida saldamente la graduatoria, mentre la Lombardia è a 149, il Piemonte a 136 e Alessandria a 91.
«Meglio di noi – conferma il docente – fa solo Vercelli, la cui incidenza è 75, il dato peggiore si conferma quello del Vco, addirittura 184. Un numero eloquente, anche in considerazione delle dimensioni di quel territorio».
In materia di numeri assoluti, il Piemonte passa da 4011 a 5819 nuovi contagi settimanali, 1808 in più, con un incremento percentuale pari al 45%. «Sono 831 casi al giorno – osserva Bianchi – e il traino, ancora una volta, è rappresentato da Torino, che contribuisce al 50% dei casi. Male, come detto, anche Cuneo, ma pure i dati di Novara non sono per nulla buoni».
Sul fronte degli asintomatici, la percentuale rimane sostanzialmente stabile, intorno al 59%, mentre scendono di poco i sintomatici extra protocollo, dal 15 al 13%.
«Si continua a tracciare troppo poco, in ogni caso, e questo rimane un problema, specialmente in una fase delicata come questa. E il tasso di positività, che è in continua crescita e che raggiunge l’1,5%, rende l’idea di come stiano andando le cose».
Aumentando i numeri, alla lunga cresce anche la pressione sugli ospedali: le terapie intensive (nuovo massimo relativo) salgono da 31 a 36, con indice di saturazione pari al 5,7%, mentre i ricoveri ordinari – che erano 332 e che diventano 400 – sfiorano oramai il 7%. «Certo, con le nuove regole relative all’obbligo di mascherina all’aperto – confessa il professore – anche un eventuale passaggio in zona gialla non cambierebbe molto le cose, ma è evidente che sia necessario invertire questa tendenza».
L’aspetto migliore, come anticipato in apertura, riguarda i decessi, scesi da 21 a 16, con tasso di letalità basso, allo 0,5%. E nell’Alessandrino non si registrano vittime da 16 giorni consecutivi.
A proposito della provincia, i contagi settimanali salgono da 309 a 374, 65 in più, con un incremento in percentuale del 21%. «Circa la metà della media regionale – conclude Bianchi – per una media di 53 casi al giorno. In senso assoluto non va certo bene, ma se ci paragoniamo al Piemonte il quadro resta ancora abbastanza accettabile. I guariti si confermano in costante aumento, 284 in più rispetto a venerdì scorso, e i nuovi positivi salgono di 90 unità, per un totale i 638, che corrisponde allo 0,16% della popolazione. Alessandria città, con 156 episodi, guida la classifica dei centri zona, con Valenza seconda a 65. Singolare il caso di Merana, che conta 5 positivi tra i 180 abitanti totali, e anche a Bosio, in proporzione, ci sono numeri molto alti».