"Un miglio al giorno", il progetto che parte da lontano
Recentemente ho trovato in rete un nuovo termine: Bellare. Per chi non lo sapesse, bellare corrisponde a “Parlare di cose…
Il mio precedente blog raccontava del nostro progetto di formazione per docenti scolastici “Un miglio al giorno”. Questa volta vorrei porre l’attenzione ad una valenza del cammino che si concerta con quanto detto nei miei articoli precedenti.
La conoscenza di un territorio passa da molti aspetti: una fase progettuale, una fase promozionale, una successiva fase divulgativa per poi raccogliere i frutti di questa azione concertata. Ovviamente ogni Ente, ogni azienda privata può attivare metodi differenti, con investimenti più o meno importanti. Si può partecipare a Bandi Europei (dove tutti pensano che ti regalano soldi per fare cose che poi non funzionano, ma almeno non ti sono costate…), a progetti provinciali e/o nazionali. Da quando mi leggete avete visto quanti metodi di promozione territoriale ho suggerito e spero che qualcuno dei miei lettori abbia seguito i miei consigli perché quanto proposto non ha un costo, per contro richiede tanta passione e dedizione per quello che si fa.
Ritornando a “Il miglio al giorno” vi devo dire che inizialmente abbiamo avuto mille difficoltà per far decollare il progetto. Ne abbiamo ancora molte perché alcuni rappresentanti (e per fortuna non tutti) del corpo docenti non ha percepito e sperimentato l’importanza di applicare la didattica camminando. Eseguono il loro lavoro in classe, senza sperimentare perché i vincoli ministeriali sono prestabiliti. Sono convinto che la docenza abbia una funzione sociale importantissima, perché va a formare gli animi dei futuri dirigenti politici, dirigenti di azienda, dei futuri genitori, dei futuri operai. Quindi un insegnante che si limita a seguire le disposizioni ministeriali troverà di sicuro riduttivo il campo di applicazione della propria professionalità.
"Un miglio al giorno", il progetto che parte da lontano
Recentemente ho trovato in rete un nuovo termine: Bellare. Per chi non lo sapesse, bellare corrisponde a “Parlare di cose…
La sperimentazione serve per far crescere nei ragazzi uno stimolo di conoscenza che oramai con questi strumenti elettronici è purtroppo sopito. Il dialogo sano ed educato, non fatto di spocchiosità e di urla (come si vede nel mondo televisivo) è quello che manca a questa generazione. Si pensa di essere sempre più di qualcun altro e lo si deve essere a discapito di quelli che sono i sentimenti e le azioni che ormai vengono relegate alle letture (per chi legge ancora i libri) del libro Cuore e della maestrina dalla penna rossa.
Per fortuna, ci sono ancora docenti che si appassionano a quel mondo e che con dedizione seguono un approccio costruttivo con i propri bambini. Questi docenti, molti dei quali partecipano al nostro progetto, hanno a cura gli animi dei loro bambini e camminando ogni giorno fuori da scuola insegnano. C’è chi insegna le tabelline camminando (3, 6, 9 possono essere numeri di una cadenza camminata).
Quando ero a militare, l’istruttore che ci insegnava a marciare ci faceva contare i passi (1, 2) e ogni tre volte ci faceva sbattere i piedi a terra al comando “Cadenza” per sentire se c’era un unico botto e tutti erano a tempo. Ma mentre eri sul piazzale che marciavi, osservavi gli alberi, vedevi l’evolversi delle stagioni. Mi ricorderò sempre quando arrivato al centro reclute di Viterbo, venimmo accolti su un piazzale con una brezza leggermente calda nel mese di febbraio che si insinuava nella divisa e annusandola sentivi un sapore diverso dall’aria che annusavi in ValPadana.
Le docenti accorte spiegano queste cose ai propri allievi, che possono sperimentarle sul posto, possono vederle, osservarle. La didattica diventa movimento, la didattica diventa un ottimo strumento di divulgazione (anche di conoscenza territoriale). Non a caso Aristotele quando intraprese l’insegnamento nel Liceo diede luogo ai “peripatetici”. Si trattava di un’istituzione informale, i cui membri conducevano indagini filosofiche e scientifiche. Dopo la morte di Aristotele, nacque la leggenda che egli fosse un docente “peripatetico” – che camminasse intorno insegnando. Leggenda o deformazione del termine, questo dimostra una stretta correlazione tra il pensiero e l’atto del cammino.
Quindi esorto tutti coloro che vogliono promuovere un territorio a promuovere il cammino, come fonte essenziale di conoscenza, unico strumento che ci porterà ad una evoluzione. E ricordatevi che non è vero che la cultura non paga. La cultura è una fonte inesauribile di reddito. Basta studiare e applicarsi. In questo caso lo sforzo dei docenti con il loro Miglio al giorno, le mie informazioni passate agli escursionisti che mi seguono ogni weekend in cammino nel nostro meraviglioso Monferrato, le azioni promozionali dei vari Enti atti a promuovere il turismo non saranno azioni vane. Tutto parte da un gesto naturale come il cammino e nel cammino potrete meditare. Come diceva un antico adagio pubblicitario “Meditate gente, meditate”.