“Il sindaco dia risposte sul nuovo ospedale e sulla Sanità”
Le richieste del consigliere regionale Ravetti e dei consiglieri comunali di Pd e Lista Rossa
ALESSANDRIA – Il consigliere regionale del Pd, Domenico Ravetti, e i consiglieri comunali alessandrini di Pd e Lista Rossa intervengono sul tema Sanità.
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La documentazione che l’Asl di Alessandria ha inviato all’assessorato regionale alla sanità, dove sono contenute le proposte circa l’utilizzo dei fondi del Pnrr – Missione 6 – Salute, contiene le indicazioni in merito ai progetti proposti.
Solo grazie all’accesso agli atti, chiesta dal consigliere regionale Domenico Ravetti, è stato possibile avere un quadro delle proposte. Vi si legge che la decisione riguarda l’utilizzo di quasi 22 milioni di euro da destinarsi a progetti per lo più riguardanti i centri zona, per realizzare 9 Case di comunità, 3 Ospedali di comunità e 4 Centrali operative territoriali. Tranne che per Arquata Scrivia, non sono noti progetti che interessino quei territori più distanti dalle città della nostra provincia che, per altro, più di altri necessiterebbero di investimenti.
Rilevato che, quando in questi mesi e a dire il vero anche in anni passati, si è parlato di sanità territoriale si delineava la necessità di arrivare a dare un servizio sanitario nei territori più lontani o comunque distanti dai centri zona perché carenti di collegamenti e trasporti adeguati e che il capoluogo avrebbe dovuto svolgere un ruolo primario nella costruzione di un quadro di coesione territoriale, sarebbe utile che il sindaco di Alessandria si facesse promotore della richiesta di un chiarimento con la Regione attraverso la convocazione della rappresentanza dei sindaci Asl Al.
Domande senza risposta
Inoltre, ad oggi, non è dato sapere:
- quali siano le attività che si svolgeranno nelle case di comunità, di cui si parla nei progetti proposti
- come saranno collegate ai luoghi più lontani dai centri zona e come si collegheranno al capoluogo
- quali figure professionali e come si organizzerà la sanità a fronte di queste proposte
- come saranno inclusi i territori marginali
- come sarà garantito il principio costituzionale del pari accesso ai servizi
- come saranno rimossi gli ostacoli che determinano serie discriminazioni fra cittadini più garantiti e cittadini meno garantiti
Se c’è una lezione che viene dalla tremenda esperienza della pandemia è quella della fondamentale attività di lettura dei bisogni che ogni comunità territoriale esprime.
Un piano che ha come obiettivi di resilienza e ripresa quelli di potenziare i servizi per la salute superando i divari territoriali grazie a “contenitori socio sanitari di prossimità” dove possano lavorare e cooperare medici di medicina generale, specialisti, infermieri di famiglia, operatori sociosanitari e altre figure professionali vicine alle persone in difficoltà, soprattutto gli anziani e i cittadini delle nostre tante periferie, non può non vedere un coinvolgimento attivo dei rappresentanti istituzionali delle comunità, in primis i sindaci, che hanno una precisa responsabilità sulla salute dei cittadini. In particolare non può non esserci un ruolo attivo del sindaco del capoluogo anche, e soprattutto, attraverso il coinvolgimento del consiglio comunale.
In questi progetti manca questa anima, manca la politica che sappia compiere le scelte necessarie a rispondere ai bisogni, quelli espliciti e quelli latenti, quelli cioè non ancora percepiti dai cittadini ma che tuttavia sono parte di una necessità su cui lavorare, a titolo di esempio gli investimenti sulla telemedicina. Sotto questo profilo appare chiaro che la redazione di questo piano sia una diligente scelta dei tecnici che traduce le indicazioni dell’assessorato regionale della giunta Cirio.
Tocca al sindaco
Evidenziato che l’assenza di un piano socio-sanitario complessivo, entro il quale la relazione tra elementi sociali e sanitari sia leggibile e nel quale le scelte strategiche siano coerenti con i bisogni di salute, è responsabilità della Regione e non averlo è grave, chiediamo che il sindaco si faccia parte diligente e attiva a mettere in campo iniziative idonee ad aprire un confronto partecipato, la cui assenza è ancora più grave alla luce delle possibilità offerte dal Pnrr.
Chiediamo che il sindaco si faccia parte diligente e attiva a mettere in campo iniziative idonee affinché sia convocata la conferenza dei sindaci Asl Al, che ad oggi non si è ancora riunita dopo le elezioni regionali del 2019.
Chiediamo che il sindaco si faccia parte diligente e attiva a mettere in campo iniziative idonee affinché sia convocato il consiglio comunale e si coinvolgano nella discussione le comunità.
Chiediamo che il sindaco si faccia parte diligente e attiva a mettere in campo iniziative idonee per chiedere alla Regione di ridelineare queste proposte. Sarebbe un atto importante di coesione territoriale, di ruolo vero e solidale di Alessandria.
Chiediamo che il sindaco renda conto del progetto relativo a una Casa della Salute in via Pacinotti al ‘Patria’ e di un ospedale di comunità che esclude altre opzioni quali il quartiere Cristo, i Comuni dell’alessandrino o Spinetta Marengo.
Chiediamo che il sindaco si faccia parte diligente e attiva a mettere in campo iniziative idonee per avviare la discussione attorno alla scelta che riguarda il nuovo ospedale, dalla sua localizzazione al disegno urbanistico che da quella scelta discenderà, ma soprattutto non si può scindere l’ospedale dalle interazioni con il territorio dell’intera provincia e non si può non discutere dell’integrazione dei progetti Pnrr con il disegno del nuovo ospedale.
Chiediamo al sindaco se la localizzazione del nuovo ospedale sia in zona Orti; se sì, chiediamo dove e in quali tempi sarà spostato l’attuale aeroporto; chiediamo al sindaco quale disegno urbanistico discenderà da questa localizzazione e come si integrerà l’attuale disegno urbano ad una nuova Città della Scienza e della Salute e se queste conterranno l’Università e il nuovo ospedale.
Chiediamo al sindaco dove e come si potrà discutere della destinazione dell’attuale edificio del ‘Santi Antonio e Biagio’, se è percorribile l’ipotesi di trasformare l’area in un bosco urbano e se si con quale disegno progettuale si procederà; chiediamo al sindaco di conoscere i costi dell’eventuale demolizione dei manufatti attuali e a carico di chi saranno i costi ovvero se è previsto un nuovo utilizzo e, se si, quale sarà.
Chiediamo al sindaco se il nuovo ospedale sarà semplicemente sostitutivo di quello attuale o se sarà l’occasione di rimodulare e rafforzare la rete ospedaliera provinciale.
Chiediamo al sindaco la sperimentazione, in questo ambito, di un processo deliberativo partecipato in modo da orientare le scelte in maniera più consapevole. Pur nel rispetto dei tempi dettati da Inail, per ottenere l’eventuale finanziamento per la realizzazione di questa grande opera, sarebbe fondamentale attivare un metodo per la più ampia partecipazione alle scelte.
Non rispondere a queste domande sarebbe grave e preoccupante perché vorrebbe dire non essere pronti o, peggio, lasciar fare ad altri e, per di più, senza il coinvolgimento del Consiglio Comunale e del territorio. Se non ci sarà in queste settimane e in questi giorni questa volontà si rischierà di rimanere indietro sulle politiche per la salute.
Per l’importanza di queste misure e per le opportunità di queste risorse è urgente adoperarsi affinché fra livelli istituzionali diversi e livelli di rappresentanza politica si concorra ad aprire una discussione aperta con i cittadini e si rivedano scelte che rischiano di non essere le risposte corrette ai bisogni di salute.