«Milioni di dosi di vaccino: reazioni avverse minime e curabili»
Parla Emanuela Barisione, rocchese, alla guida del reparto di Pneuomologia del San Martino di Genova
OVADA – «In questo momento l’80% dei pazienti in terapia intensiva non sono vaccinati». Torna a parlare Emanuela Barisione, direttore facente funzioni di Pneumologia al San Martino di Genova, originaria di Rocca Grimalda. Come in diversi incontri pubblici sul territorio in passato l’intento è quello di dare un quadro reale di cosa sta succedendo anche in questa quarta ondata, sfruttando il punto di osservazione offerto dal suo reparto e dalla serie di dati raccolti in questi anni e pubblicati su importanti riviste scientifiche.
Effetti collaterali
Gli studi più recenti si sono concentrati anche sulle ripercussioni della malattia sulle persone già guarite. «Un numero non trascurabile di pazienti – chiarisce Barisione – presentano problemi sia a livello fisico che neurologico». Il fenomeno è quello già osservato del “long Covid”. «Abbiamo creato un ambulatorio che segue queste persone. Sono stati riconosciuti 55 effetti collaterali diversi. Fra questi il 28% fa i conti con stanchezza cronica, il 24% con difficoltà respiratorie, il 18% mostra forme gravi di alopecia. In altri casi è osservabile confusione mentale e depressione. In alcuni casi gravi si arriva all’amputazione di arti, negli uomini a disfunzioni erettili».
Paure infondate
L’unico strumento per non affollare le terapie intensive è vaccinarsi. «Se più persone si fossero vaccinate, ci sarebbe più margine per curare le altre patologie». Un aspetto che riguarda anche il personale sanitario in un momento in cui i reparti iniziano a sentire il peso delle defezioni: l’impatto più alto è sulle procedure di norma effettuate da quegli infermieri che, sprovvisti di green pass, per ora sono finiti in aspettativa. «I rallentamenti hanno conseguenze sui pazienti».
Anche gli esami di routine e le prestazione specialistiche sono rallentate. L’ultimo aspetto riguarda il valore dei vaccini. «La terza dose è importante – conclude Barisione – perché dopo circa 5-6 mesi la copertura del 98% cala e si attesta sul 60%. Quindi è necessario fare il richiamo. Ad oggi sono milioni le persone che hanno ricevuto almeno due dosi. Le reazioni avverse sono pari allo 0.06% e sono curabili. Quindi parliamo di parliamo di un vaccino sicuro e ormai testato».