Buchi bianchi tour – Prima parte
Elena Zecchin, neolaureata con lode al NABA di Milano, ci racconta la prima parte del tour “Buchi bianchi”, che ha toccato alcune delle città più inquinate d’Italia.
Siamo strafelici di poter accogliere nuovamente l’artista alessandrina ventiduenne, di ritorno dal viaggio in cui ha dipinto murales con vernice mangia-smog a Verona, Foligno, Civitavecchia, Taranto, Catania e Milano!
1 – Elena, parlaci di come è nata l’idea del tour “Buchi bianchi” e quando hai iniziato a pensarci!
“Mi ero appena laureata, lo scorso giugno, ed era già iniziata la stagione idonea alla pittura dei murales all’esterno. Siccome non avevo ancora niente di programmato e avevo letto su alcuni articoli di giornale informazioni in merito alla vernice Airlite, che è in grado di pulire l’aria da molti inquinanti, ho pubblicato su Instagram una storia in cui ho condiviso l’idea di realizzare un murales anti-smog, durante l’estate. Non avrei mai pensato che nelle ore successive sarebbero arrivati moltissimi inviti per ospitarmi, provenienti da diverse città d’Italia! Non sapendo scegliere, mi sono detta: “Bhè, siccome alcune di queste città sono tra le più inquinate, allora andiamo in tutte!”
2 – Rispetto alla tua idea iniziale, sei riuscita a inserire tutte le tappe, oppure hai dovuto escluderne alcune?
“Ho deciso di “spezzare” il tour in due parti, essenzialmente per motivi logistici. La seconda parte del Buchi bianchi tour partirà all’inizio dell’estate 2022, e toccherà le città di Brescia, Bergamo, Padova, Torino e Alessandria!”
3 – Che criteri hai usato per scegliere le figure rappresentare nelle varie città?
“In realtà mi sono lasciata guidare molto dall’ispirazione del momento. Per ognuna delle città c’era però un problema specifico che volevo rappresentare. Ad esempio a Civitavecchia le ciminiere, a Catania la spazzatura e la difficoltà del sistema pubblico dei trasporti, a Milano lo spreco alimentare.
I murales sono comunque molto astratti. Ognuno rappresenta a modo suo una tematica ambientale e sociale diversa.”
4 – La vernice “mangiasmog” con cui hai dipinto i murales, potrebbe essere utilizzata maggiormente nei luoghi pubblici? Puoi dirci di più in merito alla sua composizione, costi e reperibilità?
“Assolutamente andrebbe usata. L’azienda che la produce, Airlite, è piccola e la prepara su ordinazione. Questo è uno dei principali motivi per cui il costo è di circa quattro volte maggiore rispetto ad una normale vernice al quarzo. È una vernice a base minerale, che rende gli inquinanti nell’aria (polveri sottili, formaldeide e altre sostanze chimiche nocive) dei sali inerti innocui, grazie alla luce del Sole (che la attiva). Di fatto, depura l’aria.
Nel primo mese in cui la si stende, assorbe anche la CO2. Purtroppo questo è un potere “limitato”, ma la cosa più importante è che la vernice continua a pulire l’aria dagli altri inquinanti per dieci anni garantiti. Questa è un’ottima cosa, in quanto migliora la qualità dell’aria degli ambienti in cui la si stende. È quindi particolarmente indicata per le scuole, asili, edifici pubblici e ovunque ci siano delle persone che passano molto tempo all’interno di stanze chiuse o ad esempio cortili. Per fare un paragone, ogni metro quadro di vernice, equivale all’azione di un metro quadro di foresta. Inoltre, questa vernice è anche tra le più sostenibili al mondo”.
5 – Il primo ottobre hai partecipato allo sciopero di Milano assieme a Greta e Vanessa! Quali emozioni hai provato. Sei riuscita a scambiare qualche parola?
“Sì, sono stata insieme a loro molte ore durante la manifestazione e abbiamo parlato un po’! Non siamo entrate nel merito di questioni geopolitiche o ambientali, ho preferito puntare di più sullo scambio “umano”, quindi abbiamo fatto delle battute su come si sono trovate in Italia, o di quanto siano rompiscatole i giornalisti che le stavano assalendo! È stato molto bello chiacchierare con loro, assolutamente!”
Grazie Elena per essere nuovamente stata nostra ospite! Ci prenotiamo per il racconto della seconda parte del tour “Buchi bianchi”! Stay tuned!
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