Pasticcio tassa rifiuti: «Costi maggiorati di quasi 1,3 milioni»
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A Novi Ligure Comune, Csr e Gestione Ambiente annunciano un tavolo per analizzare i costi della nuova raccolta differenziata
NOVI LIGURE — Piena unità di intenti tra Comune di Novi Ligure, Csr e Gestione Ambiente. La rivendicano il sindaco Gian Paolo Cabella, il presidente del Consorzio servizi rifiuti Angelo Ravera e l’amministratore della società di raccolta della spazzatura Silvio Mazzarello, rispondendo indirettamente alle critiche del capogruppo dei Democratici Simone Tedeschi.
Pochi giorni fa, il presidente del Csr ha fatto sapere che il Comune ha sbagliato ad applicare i conti della Tari, la tassa rifiuti, per quasi 1,3 milioni di euro. Per i Dem, è stata l’occasione di sottolineare che «ancora una volta ci troviamo di fronte a una spaccatura nella maggioranza che governa la città», visto che, ha fatto notare Tedeschi, Ravera è stato nominato proprio dal sindaco Cabella.
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Sabato mattina si è svolta una riunione tra Comune, Csr e Gestione Ambiente. Cabella, Ravera Mazzarello hanno deciso di comune accordo di «istituire un tavolo di approfondimento sui costi della raccolta rifiuti a partire dagli anni precedenti a oggi per chiarire esattamente il percorso e i passaggi effettuati durante la fase di transizione», dal vecchio sistema di raccolta al nuovo sistema porta a porta. Insomma, par di capire che per il centrodestra al governo l’origine dell’errore sia da far risalire alla precedente giunta del sindaco Rocchino Muliere. Sotto la lente d’ingrandimento finirà anche «la nuova metodologia di calcolo dei Piani Economici Finanziari del ciclo». Quelli, appunto, contestati dall’opposizione di centrosinistra.
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Durante la riunione è stato evidenziato come, non solo a Novi, ci siano aspetti da chiarire riguardo al nuovo metodo di raccolta porta a porta. «L’obiettivo comune è quello di dare ai cittadini il miglior servizio e garantire una città pulita al minor costo possibile, nel rispetto delle normative e dei principi degli equilibri di bilancio affinché né l’ente pubblico né le società coinvolte vengano danneggiate», concludono Cabella, Ravera e Mazzarello.
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