“Ricerca per immagini”, oggi s’inaugura la mostra
Un?iniziativa importante nell?ambito della Settimana della Ricerca promossa dall?Azienda ospedaliera
ALESSANDRIA – Sarà inaugurata oggi alle 17, nella biblioteca “Francesca Calvo”, la mostra “Ricerca per immagini”, che sarà visitabile fino al prossimo 17 dicembre.
L’esposizione fa parte delle iniziative organizzate dall’Azienda ospedaliera “Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo” nell’ambito “Settimana della Ricerca”: insieme all’Asl Al, l’obiettivo è dare risalto a un progetto complesso e importantissimo volto alla divulgazione e alla comprensione dell’attività di ricerca dei nostri scienziati fino al riconoscimento delle strutture a Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) per Patologie Ambientali e Mesotelioma.
La rassegna, curata dal Centro di Documentazione e Ufficio Comunicazione dell’Ao Al, unisce due diversi progetti attivati dall’Ospedale di Alessandria, ovvero “Le parole della ricerca” e la collaborazione che il Centro Documentazione aziendale ha con ‘Wikimedia Italia’ e alcune delle immagini premiate nel Contest di Wikiscienze 2019.
Doppia valenza
Il titolo stesso “Ricerca per immagini” ha del resto un duplice significato: da una parte l’intento è quello di mostrare ai cittadini come i temi legati alle ricerche condotte all’interno dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria possano essere raccontati attraverso alcune immagini, siano esse reali e scientifiche come quelle scattate al microscopio oppure stilizzate ed evocative come quelle realizzate dai due giovani illustratori Lele Gastini ed Elena Zecchin; dall’altra, invece, “Ricercare per immagini” allude alla possibilità di reperire sui motori di ricerca termini scientifici strumenti specialistici e nomi di patologie anche nella sezione dedicata alle immagini.
Annalisa Roveta, biologa che si occupa di coordinare le unità di ricerca, e Leonardo Marchese, direttore del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale, spiegano la rilevanza delle attività svolte nei laboratori: “L’attività di ricerca realizzata da Azienda Ospedaliera e Disit è consolidata da oltre dieci anni di collaborazione su ampie progettualità, che riguardano, solo per fare alcuni esempi, la terapia intensiva neonatale, la medicina rigenerativa, le malattie correlate all’amianto e il mesotelioma. Nel percorso verso l’Irccs, mettere a sistema questa collaborazione è fondamentale, in quanto consente di ottimizzare l’utilizzo delle apparecchiature e l’esperienza dei professionisti per migliorare la diagnosi delle malattie e avere migliori strumenti per interpretare la grande quantità di dati associati. Personale dell’Azienda Ospedaliera e dell’Università condividono progetti, spazi e metodologia di lavoro al fine di restituire alla comunità un servizio ancora migliore: un esempio su tutti, i campioni biologici provenienti da pazienti ricoverati affetti da infezioni vengono analizzati attraverso uno strumento chiamato sequenziatore e consentono di restituire il codice genetico del microorganismo, così da adottare le strategie più idonee per contrastarlo e quindi individuare la migliore terapia per il paziente. Per ottimizzare l’utilizzo degli strumenti di laboratorio presenti in Azienda e in Università, è stato realizzato un censimento degli apparecchi a disposizione e idonei a svolgere attività di ricerca, con particolare focus sullo studio delle patologie ambientali”.
“Un altro esempio, che coinvolge la Microbiologia da cui provengono le fotografie della mostra – proseguono – riguarda l’utilizzo del sequenziatore per analizzare il microbiota intestinale finalizzato al trapianto fecale, oppure la diagnosi delle microbatteriosi, utile per avere in tempo breve la diagnosi precisa e tempestiva di infezioni polmonari. È stato definito un piano di ricerca integrato tra Azienda e Disit che descrive gli obiettivi, i progetti e le attività di ricerca condivise dai due enti e che include studi già avviati che hanno ottenuto risultati preliminari e nuove progettualità che prevedono l’ampliamento del centro computazionale (utile per elaborare una grande quantità di dati) e del centro prisma (piattaforma risonanza magnetica per lo studio di campioni biologici estremamente sofisticato). Il fine è quello di studiare più approfonditamente i campioni provenienti dai pazienti affetti da patologie ambientali”.