Bobst ha comprato Cerutti: ora è ufficiale
Sette milioni di euro il costo dell'acquisizione
Avrebbe coinvolto fino a 40 lavoratori
CASALE – Niente da fare per la cooperativa composta dagli ex dipendenti Cerutti.
Dopo il completamento dell’acquisizione dello storico marchio da parte di Bobst e la contestuale assunzione di 30 lavoratori provenienti dal fallimento, il comitato promotore della cooperativa aveva provato a ridare fiato la trattativa che, purtroppo è sfumata.
Bobst ha comprato Cerutti: ora è ufficiale
Sette milioni di euro il costo dell'acquisizione
Qualche mese fa la suggestione alla quale erano seguiti incontri, riunioni e appuntamenti di formazione: oltre ai 30 ex Cerutti per Bobst avrebbero potuto lavorare fino a 40 ulteriori lavoratori con commesse garantite per almeno 3 anni.
La multinazionale svizzera proprietaria dell’ex Rotomec era stata ben disposta all’ipotesi fin da subito ma, come da qualche settimana già si temeva, non si è riusciti a concretizzarla.
«Il comitato promotore ha deciso così, suo malgrado – commenta uno dei suoi membri più attivi, Andrea Provera – Il tempo non ci ha aiutato. Bobst ha fatto di tutto per venirci incontro ma il prolungamento dell’iter per l’acquisizione ha reso necessario allungare le attese».
Sono passati mesi e settimane, durante i quali il mazzo degli interessati alla cooperativa si è andato assottigliando e impoverendo. Una decina di loro sono entrati nei 30 assunti direttamente, altri con il passare del tempo hanno trovato impiego altrove, un po’ a testimonianza evidente della loro apprezzata professionalità, un po’ perchè piegati da mesi di incertezza e nessuna retribuzione. Così, alla ripresa delle trattative, all’interno della potenziale cooperativa non rimaneva che una quindicina di persone, in maggior parte impiegati. Mancavano, nonostante la buona volontà di Bobst, le professionalità idonee all’avvio di un’impresa. Da qui la triste decisione.
Il comitato promotore per la costituzione della cooperativa ex dipendenti Cerutti nel comunicare il proprio scioglimento, con rammarico comunica altresì che non si sono realizzate le condizion i per costituire una cooperativa che potesse reimpiegare il maggior numero possibile di ex dipendenti Cerutti così come auspicato.
Le ragioni che hanno portato a questa dolorosa scelta, malgrado fossero ancora in essere le condizioni determinate dall’accordo sindacale del giugno scorso (in particolare la disponibilità della bobst ad ottemperare alle condizioni sottoscritte), il fattore tempo ha giocato un ruolo fondamentale: causa i continui rinvii per l’assegnazione definitiva dell’asta, si è ridotto il numero di lavoratori interessati alla costituzione della cooperativa che ricordiamo aveva come obiettivo primario la costituzione di una società che potesse iniziare a lavorare fin da subito (grazie al predetto accordo) all’assemblaggio di particolari costruttivi nell’ambito della produzione di macchine rotative per la stampa, rendendo impossibile sostenere i costi per le relative infrastrutture necessarie a soddisfare questa condizione.
Corre l’obbligo di ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato in questi mesi, anche dal punto di vista umano, cosa rara di questi tempi e che pertanto ci preme sottolineare, a partire dalla Lega Coop, in particolar modo nella persona della responsabile di zona, Barbara Daniele, del suo presidente regionale, Dimitri Burzio, e dei tecnici messi a nostra disposizione, in particolare il dottor Andrea Massone; nel ricordare che tutto questo percorso è stato possibile grazie al progetto della regione Piemonte denominato MIP (mettersi in proprio), il ringraziamento va alla struttura tecnica messa a disposizione dall’Assessorato al lavoro.
Ringraziamo inoltre FIOM CGIL, UILM UIL e FIM CISL provinciali per averci supportato fin dal primo momento e la bobst che ci è sempre venuta incontro per tentare di soddisfare ogni nostra richiesta.
In ultimo a tutti i lavoratori che ci hanno sostenuto, anche a coloro che nel corso di questi mesi hanno trovato altra occupazione.
Mentre per tutti coloro che non ne hanno ancora trovata una nuova oltreché per coloro che insieme a noi hanno cercato fino in fondo di creare le condizioni per costituirla, nell’auspicare una soluzione positiva, si manifesta ora la necessità di aprire un altro tipo di percorso di reinserimento.