Così al Balbo viene insegnato a gestire l’ansia e a organizzare lo studio
Il percorso emotivo e pedagogico offerto da quest'anno ai bienni dell'istituto
CASALE – «Un progetto speciale»: è così che il preside dell’Istituto Balbo di Casale Riccardo Calvo ha definito ‘Keep Calm: App-rendo‘, che dall’inizio dell’anno scolastico ha coinvolto gli studenti del biennio di tutti gli indirizzi. Durante la presentazione di questa mattina, le educatrici professionali Alessia Bobbio (di Studi 360) e Carola Morbelli hanno raccontato il percorso tramite il quale docenti e ragazzi hanno collaborato attivamente per affrontare l’ambiente scolastico dopo quasi due anni di pandemia.
L’iniziativa ha interessato 506 ragazzi e si è diramata in diversi incontri collettivi ma anche individuali per un lavoro che in totale ha occupato circa 480 ore: «Non volevamo che fosse un singolo incontro che si spegnesse nell’immediato – hanno spiegato Bobbio e Morbelli – quindi è un percorso che avrà continuità. Abbiamo lavorato su due aspetti, l’autogestione emotiva e la pianificazione per l’apprendimento». Un ruolo chiave è stato giocato dai professori: «La loro presenza durante i laboratori è stato il vero punto di forza. L’idea era proprio quella che queste attività continuassero anche senza di noi proprio grazie agli insegnanti. Diventa quindi sempre più importante la relazione tra tutti i soggetti interessati dalla scuola».
Ascolto, relazione, potenzialità
Obiettivi principali, quelli di migliorare il benessere scolastico e sollecitare la pianificazione dello studio. Come? Con un corso di formazione dedicato interamente ai professori e con incontri collettivi (soprattutto brain storming dedicati al concetto di ‘ansia’) e soprattutto colloqui individuali con ognuno degli studenti. Il risultato è stato più che soddisfacente, a dirlo sono stati i proprio i ragazzi che hanno appreso tecniche di gestione dell’ansia e altrettante per gestire al meglio il percorso scolastico. «Abbiamo avuto incontro anche con buona parte dei genitori degli alunni – hanno continuato le due dottoresse – e abbiamo spiegato loro che sono attori protagonisti in questo percorso di apprendimento dei loro figli. Soprattutto in un momento storico come questo è importante soffermarsi sul ‘bicchiere mezzo pieno’ provando a vedere sempre quello che c’è di buono piuttosto che quello che non va».