Teatro Romualdo Marenco, Novi ritrova il suo gioiello
Terminati i restauri dopo sei anni di lavori, l'antico teatro intitolato al compositore novese riaprirà il 6 novembre
A 180 anni dalla nascita del compositore di Novi Ligure, Lorenzo Robbiano dedica il nuovo libro alla figura di Romualdo Marenco
NOVI LIGURE — A 180 anni dalla nascita del compositore, Lorenzo Robbiano dedica il suo nuovo libro a Romualdo Marenco, il novese che con la sua musica si è reso protagonista di una gloriosa parentesi della storia musicale nazionale e soprattutto della storia di Novi Ligure. Il volume si intitola “Salut’me a Ture” ed è in uscita oggi, giorno della presentazione al teatro Marenco di Novi, per la casa editrice Epoké.
È proprio sul rapporto tra il maestro e la città che si impernia questa biografia: l’infanzia in strada del Fossato, i lavori come assistente barbiere, gli ascolti rubati dietro le quinte del Teatro Carlo Alberto, il trasferimento fuori porta, le visite in città, le lettere dalla Svizzera e i ricordi malinconici della Torre di Novi, la sua amata Torre.
«Sono appassionato da sempre di teatro e del Marenco, tanto che due anni fa ho pubblicato un libro sulla sua storia, “Benvenuto Marenco” – spiega Lorenzo Robbiano – Il nuovo libro è dedicato al grande musicista novese, nel 180° anniversario della nascita».
Nato a Novi Ligure nel 1841, Romualdo Marenco fu compositore e direttore d’orchestra. Fin dai primi anni di carriera si specializzò nella composizione di Operette e Balletti: le sue opere giunsero fino a Londra, Parigi, Berlino, Vienna, Madrid, San Francisco segnando, così, una vita di successi. Tuttavia, in seguito ai moti politici milanesi nel 1898, Marenco dovette rifugiarsi a Lugano dove non abbandonò mai del tutto la musica aprendo una scuola di violino per i più giovani. Morì a Milano nel 1907.
«Il libro è scritto cercando di parlare della vita di Marenco vista da Novi. Romualdo nasce in via del Fossato, che oggi è via Paolo Giacometti, in una famiglia numerosa: ha otto fratelli e lui è il settimo. A Novi studia musica, come i suoi fratelli, e impara a suonare, e manterrà sempre un rapporto con la città e con il suo simbolo, la Torre – afferma Robbiano – “Salut’me a Ture”, “Salutami la Torre” è la frase che ripeteva quando incontrava gli amici novesi o nelle sue lettere. Aveva proprio la nostalgia della Torre. Si può dire che il legame di Marenco con Novi sia dalla culla alla morte».
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Altro aspetto di Marenco che viene approfondito nel libro è la sua battaglia sulla riconoscenza del diritto d’autore. «Marenco mette in piedi una battaglia contro gli editori e per questo motivo gli vengono precluse diverse strade. Memore della sua vicenda personale – nato in una famiglia povera ed è autodidatta all’inizio, lascia la città per andare a cercare fortuna a Genova – sostiene che bisogna fare qualcosa per aiutare i giovani musicisti, e questo diventa un altro motivo di scontro con gli editori che controllavano la programmazione nei teatri e i giovani facevano fatica a emergere».
Il papà di Romualdo Marenco era messo comunale, la mamma filava la seta. «Il padre muore giovane, la mamma va a fare la sarta a teatro, non sa dove lasciare i figli e li porta con sé. A teatro iniziano ad avvicinarsi alla musica: Romualdo diverrà compositore e direttore d’orchestra; la sorella sarà soprano al Teatro Regio di Parma; il fratello, Primo Violoncello al Teatro alla Scala, emigra in Argentina dove si stabilisce e viene nominato direttore onorario del conservatorio di Buenos Aires. C’è anche un quarto fratello appassionato di musica, ma non si trovano informazioni. All’epoca esisteva una scuola di musica comunale, frequentata da Marenco e dai fratelli, e che a un certo punto l’amministrazione comunale sembra voler abolire. Romualdo contrasterà questa decisione».
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Altra battaglia per cui si spende Marenco sarà quella per «istituire un concorso nazionale per dare un premio ai migliori studenti e sostenerli negli studi di musica. È una battaglia che fa per tutti, in solitaria, sfruttando la popolarità dell’Excelsior, balletto che solo a Milano è andato in scena con 300 repliche. Paga le sue scelte in prima persona: morirà povero, i funerali si terranno a Novi».
Oggi alle 17.30, al teatro Marenco, ci sarà la presentazione del nuovo libro, con l’autore e alla presenza di Andrea Oddone, «direttore per molti anni del Corpo Musicale Romualdo Marenco, molto amato a Novi e che oggi dirige La Verdi di Milano. Mi fa particolarmente piacere la sua presenza».
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