Recovery Fund: niente spazio per ciclotreni e treni storici in provincia, Abbate s'indigna
Il consigliere comunale si appella agli altri membri del 'parlamentino'
Alessandro Abbate chiede al sindaco Federico Riboldi una delega in merito
CASALE – Dal consigliere comunale di Italexit Alessandro Abbate una proposta di riutilizzo dell’ex terminal Messina, vale a dire l’ormai dismesso scalo che era fulcro delle attività logistiche di tutto il comprensorio.
«Siamo al terzo anno di consiliatura – spiega Abbate – Si sente sempre parlare di Casale-Mortara e di problema delle ferrovie. Qualcuno ogni tanto prova a lanciare a fini propagandistici la triste idea di smantellare l’armamento ferroviario per dare vita a famigerate piste ciclabili. In pochi, se non nessuno hanno provato a guardare oltre, non tanto in là, semplicemente dove un progetto simile già esiste e attorno ad esso ruota tutto il sistema turistico di quel territorio. Per esempio Pietrarsa (Napoli, dove esiste il Museo Nazionale Ferroviario nda), per esempio la Lombardia e il Veneto in cui il binomio treno storico e turismo viaggiano di pari passo. Perfino la star Madonna quest’estate, in visita in Italia è stata tra le promotrici del treno storico e dei musei ferroviari, iniziative che stanno riqualificando intere tratte di ferrovie dismesse ma soprattutto stanno dando una enorme mano al turismo, in tempi bui come questo» le parole del consigliere fuoriuscito da Ritrovare Casale.
A questo proposito, Casale recentemente è stata inserita come stazione-tappa de “Il treno della dolce vita”, presentato a Roma a fine estate. Si tratta di dieci itinerari che si spera di predisporre nel 2023 lungo tutto lo stivale. A bordo si prevedono servizi lussuosi e alta ristorazione. L’idea di viaggio che comprende Casale è denominata ‘Il treno del tartufo e del vino’. Nell’immagine sopra l’itinerario previsto.
La proposta di Abbate riguarda il dismesso Terminal: «Pnrr? Soldi dall’Europa? Macché. Con le promesse abbiamo visto smantellare le nostre linee. I politici giocano sul tempo e sulle spalle dei territori. Nel mentre il nulla, la decadenza e la rabbia di veder questi progetti prendere piede altrove. In tre anni di consiliatura mi sono battuto in tutte le sedi opportune per far si che questo progetto potesse prendere piede anche da noi, visto che ne avremmo gli spazi e visto che ne avremmo un enorme bisogno. Non uno che mi abbia preso in considerazione. Perché alla politica conviene giocare sul nulla di fatto, sulle promesse e la gente le crede. Abbiamo un enorme ex terminal che potrebbe fungere da hub per il progetto dei treni storici piemontesi e soprattutto potrebbe fungere da museo ferroviario storico, data la struttura, ovviamente da risistemare e l’enorme spazio adiacente, senza contare le numerose nuove attività che potrebbero nascere proprio attraverso questo progetto, una su tutte il ‘mio ciclotreno’, che passerebbe proprio all’interno della città e andrebbe a toccare tutti i punti strategici del nostro territorio, una novità per il turismo che attrarrebbe un nuovo bacino di utenti e soprattutto che sarebbe finalmente una novità appunto vera e propria, proprio ciò di cui ci sarebbe bisogno in una città come questa».
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«E dall’amministrazione che dicono? Fin da inizio mandato ho sognato di ricevere una delega per poter gestire in prima persona tutto questo progetto e mettermi finalmente al servizio della città e del turismo, purtroppo però questa delega non è mai arrivata (Abbate non fa parte della coalizione di maggioranza nda). Non solo. Nessun’altro si occupa di questi progetti e visto che si parla di soldi europei quanto meno qualcuno avrebbe dovuto occuparsene. Sono stato in Regione, ho contatto i vertici delle ferrovie e sono stato addirittura a Roma a incontrare alte personalità del mondo ferroviario e tutti quanti hanno rimarcato il fatto che se non c’è un reale interesse politico del territorio, questi progetti non partono».
«Mi appello dunque al sindaco, nuovamente, in prima persona per far sì che possa prendere in considerazione la mia richiesta di poter avere una delega per gestire direttamente la questione, questa volta con una forte autorità alle mie spalle che mi sostenga. Solo attraverso un progetto di questo tipo potremmo fare tornare a vivere anche la linea commerciale e la nostra stazione. Ma il tempo passa e le mie richieste per ora rimangono inascoltate. Treni storici: stanno avendo successo ovunque. Immaginatene uno che percorra la nostra tratta monferrina con castelli, colline, percorsi enogastronomici ma soprattutto colpi d’occhio fantastici. Perché altrove sì e qua no? Non ci manca nulla; l’ex terminal Messina è ideale per ospitare carrozze treni storici e diventare hub di questo progetto. Posti suggestivi e cultura del treno. Così rinasce la nostra stazione. Così una nuova forma di turismo e possibilità di visibilità per attività del territorio. Solo così il Monferrato si unisce. Basta con slogan turistici e fantomatiche associazioni».
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