Il 9 novembre è la Giornata mondiale contro il fascismo e l’antisemitismo
Il 9 novembre si celebra la Giornata mondiale contro il fascismo e l’antisemitismo, introdotto dalle Nazioni Unite con l’intenzione di contrastare la violenza e l’emarginazione, impedendo le discriminazioni e il razzismo.
Questo giorno è stato scelto per commemorare il pogrom nazista (la sommossa sanguinosa contro gli Ebrei) guidato dagli Stati di Austria, Germania e Cecoslovacchia contro la popolazione ebraica avvenuto proprio nella notte tra il 9 e il 10 novembre del 1938, conosciuta anche come “notte dei cristalli“. La rivolta provocò migliaia di morti e la distruzione di negozi e luoghi di culto ebraici, e nei giorni seguenti oltre 30mila uomini e donne furono arrestati e deportati nei campi di concentramento di Buchenwald, Dachau e Sachsenhausen.
Questa data coincide anche la caduta del Muro di Berlino, simbolo di un nuovo inizio: infatti nel 2005 il Parlamento italiano ha dichiarato che questo giorno sia anche la “Giornata della libertà” contro ogni oppressione e totalitarismo.
Cos’è l’antisemitismo?
Il termine antisemitismo significa letteralmente pregiudizio o odio nei confronti del popolo ebraico coniato nel 1879 dal giornalista tedesco Wilhelm Marr. L’Olocausto è stato uno degli esempi più emblematici della storia di questa persecuzione contro gli ebrei che ebbe il suo picco maggiore tra il 1933 e il 1945: i Nazisti oltre ad attuare l’oppressione verso la popolazione ebraica sterminarono anche chi si batteva per l’uguaglianza dei diritti civili, per la democrazia costituzionale, e per il libero scambio, nonché il Socialismo, il Capitalismo finanziario e, infine, il Pacifismo.
Ma queste vessazioni e ostilità contro gli ebrei anticiparono di gran lunga l’era moderna e la nascita del termine: i pogrom, iniziati già nella prima metà dell’800, erano provocati da violente campagne diffamatorie, con la diffusione di false voci sull’uso, da parte degli Ebrei, di sangue di bambini cristiani a scopo rituale.
Durante il IXX secolo il “movimento voelkisch” affermava che gli Ebrei non erano autentici cittadini tedeschi e che teorici dell’antropologia razziale avessero le prove a sostegno della tesi.
Dal 1919, con l’avvento del Partito Nazista guidato da Adolf Hitler, si riuscì a dare voce e concretezza alle teorie del razzismo: il Mein Kampf (La mia battaglia), libro scritto dal leader del partito, fu comprato da milioni di persone divulgano così la propaganda anti-ebraica.
Nel 1935, le Leggi di Norimberga introdussero una definizione razziale degli Ebrei, basata su una differenza netta tra una popolazione nobile, quella “ariana”, da quella che non rispettava i precisi canoni e quindi chi ne faceva parte non ne era degno, quella “non ariana”.
La notte tra il 9 e 10 novembre, l’atto di distruzione da parte dei nazisti, segnò un punto di non ritorno per l’inizio di un genocidio che sarebbe diventato l’obiettivo centrale dell’antisemitismo nazista.