Il Monferrato e la prima giornata del suo tartufo bianco
Novelli: "Per il territorio è il momento di uscire dal limbo turistico"
ACQUI TERME – Siamo nel pieno della stagione dei tartufi. I turisti cominciano ad arrivare ed avvicinarsi a questo mondo interessante. Per loro e per tutti i curiosi il 7 novembre venti comuni delle province di Alessandria ed Asti offriranno la prima Giornata del Tartufo bianco pregiato del Monferrato. In verità l’evento sarebbe potuto andare in scena già l’anno scorso; causa Covid l’organizzazione è slittata di un anno. «In questo giorno i ristoranti aderenti proporranno agli avventori un menù che prevede tre portate su cinque a base di tartufo, con un tetto massimo calmierato di 80 euro – spiega il demiurgo della campagna di tutela Franco Novelli – Ai piatti verrà abbinata la mescita del vino dei produttori del territorio. Per celebrare il primo evento (di una lunga serie!) è stata anche realizzata un’etichetta adesiva apposta sulle bottiglie acquistate».
“Tartufo ce n’è poco, annata magra”
Perché è importante questa giornata? «E’ il primo atto concreto di un’iniziativa di promozione corale del territorio – risponde – Paesi accomunati da un comune denominatore: tartufo, enogastronomia e paesaggio». Sinergia a più livelli: stretti a coorte istituzioni, imprenditoria e ambiti accademici. «L’associazione Tartufo bianco pregiato del Monferrato rappresenta un indubbio volano per il turismo dei Comuni aderenti che però non chiudono agli altri che vorranno aderire – precisa – Il Monferrato per troppo tempo è rimasto nel limbo». Annata un po’ magra. «Tartufo ce n’è poco e le precipitazioni certo non aiutano – conclude Novelli – Una trifola oggi costa da 350 a 450 euro all’etto. La serata sarà l’occasione per tutti di assaggiare il prezioso frutto della nostra magnifica terra».
Sandra Balbo di Fontanile è stato uno dei primi sindaci a credere nell’Associazione Comuni del Tartufo bianco pregiato del Monferrato. «E’ una grandissima opportunità per i nostri paesi – afferma convinta – L’isolamento è al contempo una grave pecca ed una grande opportunità. Siamo lontani dai maggiori flussi turistici ma questa circostanza ci ha reso incontaminati, con paesaggi unici, frutto di natura e maestria umana, che l’Unesco ha valorizzato e riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità. Il nostro tartufo può avere una grande forza attrattiva per i turisti enogastronomici (di qualità) che, dopo esser stati deliziati nei ristoranti aderenti al progetto, visiteranno i nostri borghi scoprendo dei tesori inaspettati come la chiesa di San Giovanni Battista (dalla cupola alta 52 metri e dal diametro di 16 metri), o i tanti murales che impreziosiscono Fontanile».