PalaEnergica Paolo Ferraris: è ufficiale (ma a dirlo è Tortona)
La comunicazione della Bertram sul Palazzetto dello Sport di Casale
Il commento del preside del Balbo
CASALE – Riccardo Calvo, preside dell’istituto superiore Balbo di Casale, propone una riflessione sul tema più discusso di queste ultime settimane in città, quello della partnership commerciale per il Palazzetto dello Sport che, almeno fintanto che durerà l’intesa con Energica, avrà affiancato al nome di Paolo Ferraris anche quello di PalaEnergica.
«Perché non provare a fare i conti davvero con la memoria? Condivido la tesi espressa da Assunta Prato, vedova di Paolo Ferraris, circa la recente ridenominazione del Palazzetto dello sport».
PalaEnergica Paolo Ferraris: è ufficiale (ma a dirlo è Tortona)
La comunicazione della Bertram sul Palazzetto dello Sport di Casale
«Il nuovo nome della struttura diventerà: “PalaEnergica Paolo Ferraris” e, inevitabilmente, per esigenze di brevità nella comunicazione giornalistica, sarà ridotto a “PalaEnergica”! La scelta del Sindaco Federico Riboldi e della sua Amministrazione è un nuovo strappo, ancora più incomprensibile in questo caso, con la memoria recente della città e con una storia che i cittadini, oggi in gran parte suoi elettori, visto il successo eclatante delle ultime amministrative, ancora hanno a cuore. La scomparsa tragica nell’età della pienezza del Consigliere Regionale Paolo Ferraris, morto per mesotelioma pleurico come quasi tremila monferrini, provocò allora in tutti noi una impressione fortissima».
«Fino all’ultimo Paolo lavorò per la sua città in Consiglio Regionale lasciandoci quelle leggi sulla collina e sulla lotta biologica alle zanzare che sono state forse l’unica vera traccia in Regione del nostro territorio in questi ultimi trent’anni.
È incomprensibile e non voglio usare altri termini per non sembrare provocatorio che il Sindaco in persona ricordi che nella precedente legislatura i Consiglieri Assunta Prato e Davide Sorisio avrebbero accettato un progetto di sponsorizzazione del Palazzetto per sostenere che la scelta in qualche modo è dovuta a responsabilità che si possono ascrivere alla superficialità di chi avrebbe dovuto in altri tempi avere più accortezza. Manca il rispetto che credo sia dovuto alla sensibilità collettiva in materia di memoria familiare».
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«Davvero, invece, sembra che non si voglia capire che c’è nella nostra città, trasversale in questo momento, una richiesta di attenzione ai temi del passato che deve essere trattata con delicatezza e buon senso.
Occorre trovare un terreno di rispetto e convivenza che sia alternativo a quelle forme che il professor Massimo Cacciari domenica scorsa, con una altissima lezione, ha definito, riferendosi alla Repubblica di Platone: “La giustizia del più forte”! Per il filosofo veneziano solo andando oltre ciò che anche il sindaco Riboldi ha sentito con noi essere la vera causa della crisi della democrazia sarà possibile costruire uno spazio delle leggi e dell’amicizia sociale in grado di farci invertire la rotta.
E se vero , come ha sostenuto con forza il filosofo, che la nuova frontiera della giustizia è quella di riscoprire i temi del perdono e della comprensione del bene dell’altro, nulla mi sembra in questo momento più significativo che cercare una mediazione intelligente che aiuti lo sport cittadino, ma senza ledere la memoria e il significato dell’intitolazione del più importante edificio sportivo cittadino».
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«Se si vuole andare oltre una mentalità e una logica da schieramenti sportivi questa scelta è necessaria ed è condizione della possibilità di costruire insieme una nuova città senza divaricare sempre di più i nostri percorsi.
Certo Casale come altre realtà continuerà ad avere tanti problemi, ma per il prossimo Natale forse saprà riconciliarsi nel venticinquennale della morte di un politico che, come disse l’allora Vescovo Monsignor Carlo Cavalla al suo funerale, “Non aveva bisogno delle “mani pulite” perché queste mani non le teneva in tasca, ma sapeva sporcarsele prendendosi cura in prima persona dei bisogni dei suoi concittadini”! Non assumiamoci la responsabilità di aumentare il rancore e la polemica e facciamo insieme la scelta di “rimanere umani” nella speranza che la nostra città possa davvero entrare a far parte di quelle rete di quei territori capaci della transizione ecologica e di un futuro possibile per i suoi giovani».