Trasporti pubblici: alleanza tra Ovada e Acqui per la mobilità innovativa
Il progetto avviato in sinergia con Legambiente
Intervista a Natale Lanza, ex dirigente di Italfer, sul trasporto pubblico locale
OVADA – «Le linee per i pendolari saranno delle Cenerentole fino a quando saranno gestite dalle Ferrovie come accade oggi».
A lanciare la provocazione è Natale Lanza, ingegnere che ai treni ha dedicato la sua vita, protagonista nella definizione della rete dell’alta velocità e nella progettazione del nodo di Genova e del Terzo valico.
Trasporti pubblici: alleanza tra Ovada e Acqui per la mobilità innovativa
Il progetto avviato in sinergia con Legambiente
«Per restituire dignità a un servizio fondamentale – prosegue l’ex dirigente di Italfer (nella foto sotto) – il traffico locale dovrebbe essere gestito dalle regioni, più vicine alle esigenze locali. A quel punto le linee potrebbero essere trasformate in maniera più consona fra tramvie e bus in una strategia dei trasporti di media distanza».
L’esempio concreto di quanto affermato, è in un progetto che il Comune di Ovada ha presentato alla Regione. L’ipotesi è stata elaborata per riaprire l’Ovada-Alessandria, chiusa dal 2012. Ad essa se ne aggiunge altre per collegare più rapidamente Ovada, Novi e Tortona.
«L’idea, per servizi su tratte brevi è quella di non utilizzare il treno come lo intendiamo oggi. Per coprire tratte sui 30, 40 chilometri abbiamo pensato a una tramvia veloce che ha bisogno di due rotaie e un’alimentazione elettrica. Oggi quest’ultima potrebbe essere sostituita dall’idrogeno evitando l’ingombro lungo il tragitto. Una tranvia è come un autobus che marcia a vista. Si tratterebbe di un servizio a richiesta». L’alimentazione arriverebbe producendo l’idrogeno in zona.
La visione però è più ampia e strategica. e passa dalla stazione di Tortona che si sta attrezzando per i binari del Terzo valico. «Un collegamento tra Ovada, Novi e Tortona aprirebbe un mondo avvicinando i collegamenti delle tratte principali verso Torino, Milano. Roma sarebbe raggiungibile attraverso Piacenza. Il sistema sarebbe sempre quello di una tramvia».
Le infrastrutture sarebbero utili come volano per il turismo, senza dover far per forza ricorso al mezzo privato. «I trasporti – chiude Lanza – non possono essere visti come dei compartimenti stagni. In realtà sono dei sistemi integrati. Sistemi di questo tipo sono molto diffusi. L’esempio che mi viene in mente è quello del Trentino. Queste infrastrutture hanno bisogno di temi di realizzazione contenuti. Se i progetti vengono fatti e sono seri, l’Europa li finanzia».