Il 1 novembre è la Giornata Mondiale vegan
Oggi 1 novembre si celebra la Giornata Mondiale vegan (World Vegan Day) in occasione della fondazione della prima società vegana, da Donald Watson con il nome di Vegan society, istituita a Londra nel 1944 proprio in questa data. Il termine ‘vegan’ fu coniato prendendo l’inizio e la fine della parola ‘vegetarian’.
Questa giornata si pone come obiettivo di far capire l’importanza di un’alimentazione che non si basi sullo sfruttamento dell’animale. Questa ricorrenza cerca di promuove anche la consapevolezza che la nostra alimentazione ha un impatto ambientale e sul pianeta intero. Negli anni il veganismo ha subito una forte espansione mondiale, ma in realtà si tratta di una pratica molto più antica: già ai tempi dell’Impero Romano, infatti, Plutarco sosteneva l’assurdità del nutrirsi mangiando carne di altri esseri viventi, e uno studio realizzato dai ricercatori dell’università di Vienna accerta che anche i gladiatori prediligessero un’alimentazione di tipo vegana.
Che cos’è il veganismo?
Per veganismo non si intende solamente un’alimentazione priva di carne, pesce e prodotti di origine animale, ma si tratta proprio di una filosofia di rifiuto per la violenza, le diseguaglianze e il dominio esercitato dai più forti a scapito dei deboli.
L’attivista Steven Simmons scrive:
“Gli animali sono vittime innocenti della visione del mondo che asserisce che alcune vite sono più importanti di altre e che i potenti hanno il diritto di sfruttare i deboli e che il deboli deve essere sacrificati in nome di un bene più grande”.
Oltre ad una scelta etica, si parla anche di come quello che ingeriamo abbia un impatto rilevante sull’ambiente circostante trasformandosi in un problema collettivo: è dimostrato che il consumo di prodotti animali produce dieci volte più emissioni di combustibile fossile per caloria rispetto al consumo diretto di alimenti vegetali, mentre la maggior parte dei prodotti agricoli è destinata al nutrimento degli allevamenti.
Per saperne di più leggi: “Mangiare la terra. Etica ambientale e scelte alimentari” di Lisa Kremmer
Il consumo di animali è oramai divenuto un lusso che solamente una parte della popolazione si può permettere, privando risorse che potrebbero essere impiegate in altro.
Il giornalista Martín Caparrós afferma che:
“Mangiare carne significa stabilire una disuguaglianza brutale: io sono quello che può mangiarsi le risorse di cui voi avete bisogno. La carne è uno stendardo e un proclama: è possibile che io usi così il pianeta solo se miliardi di persone si rassegnano a usarlo molto meno”.
Ciononostante l’alimentazione vegana non è immune dal creare problemi ambientali: ad esempio la richiesta elevata di cibi esotici, come possono essere la quinoa o l’avocado, costituisce una criticità reale in quanto la loro sovrapproduzione sta causando gravi effetti sulla biodiversità, e sull’ambiente come le deforestazioni.
Questo problema può essere contrastato con l’utilizzo assiduo di prodotti biologici e a chilometro zero.