Una chiacchierata con… Reem Al Saffar
21 anni, delegata dell’Iraq alla UN PreCOP26 Youth4Climate
Questa volta abbiamo il grande onore di fare alcune domande a Reem, per sapere qualcosa di più sulla sua esperienza come attivista per il clima e delegata giovanile dell’Iraq alla PreCOP26 organizzata a Milano pochi giorni fa (21-23 settembre 2021).
1 – Reem, prima di tutto grazie mille per la tua gentile disponibilità! Puoi dirci qual è stato il tuo percorso verso la consapevolezza della crisi climatica e come hai deciso di diventare un’attivista per il clima?
È iniziato quando ero una bambina. Penso che l’educazione rivesta un ruolo molto importante, perché cambia il modo di guardare le cose. Ho visto molti video, e ho apprezzato quello che Greta Thunberg e altri attivisti stavano facendo, ma non ho mai avuto la possibilità di fare qualcosa di “attivo” fino a quando ho iniziato l’università. Durante la pandemia, con altri studenti che erano anche loro molto interessati a questi argomenti, abbiamo deciso di creare un gruppo chiamato “İklim Krizi Topluluğu”, che dopo pochi mesi era diventato il primo club interuniversitario turco sulla crisi climatica, riunendo studenti universitari di tutto il Paese per lavorare sotto lo stesso tetto, con un obiettivo comune!
In meno di un anno (questo mese ricorre il nostro anniversario!) abbiamo fatto sensibilizzazione online, abbiamo creato contenuti e abbiamo organizzato seminari gratuiti (come una lezione di due ore) con alcuni dei migliori professori della Turchia, tra cui climatologi, geologi e ambientalisti che hanno offerto il loro tempo e le loro conoscenze per sostenere la nostra causa. È stato davvero un successo! Ho anche ospitato una serie di Instagram live per discutere di diversi argomenti in ambito climatico con alcuni dei miei colleghi delegati di Youth4Climate.
2 – Pensi che una parte significativa del popolo iracheno conosca abbastanza in merito all’emergenza climatica?
Ad essere onesti, il popolo iracheno ha subito molti traumi e difficoltà negli ultimi decenni e sta ancora lottando per i propri diritti di ottenere beni di prima necessità come l’elettricità e l’acqua corrente 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (specialmente coloro che vivono nelle zone rurali); cose che le persone in molti altri paesi danno per scontate. Il movimento di sensibilizzazione sul clima, sebbene presente, è un po’ lento. Ci sono organizzazioni di giovani che stanno cercando di sensibilizzare sulla crisi climatica, usando piattaforme di social media e workshop.
Per quanto riguarda la situazione climatica in Iraq, le estati stanno diventando sempre più calde ogni anno, le precipitazioni sono in costante diminuzione, il che porta alla siccità che colpisce l’agricoltura, e le risorse agricole perse influenzano i mezzi di sussistenza e l’economia, il che influisce anche su altri settori del Paese. Si tratta di un effetto domino, in cui ogni aspetto ne influenza un altro.
3 – In Italia, Parents for Future e Fridays for Future stanno promuovendo la diffusione del Climate Clock sul territorio. Cosa ne pensi di questa campagna di sensibilizzazione?
Penso che sia un modo davvero intelligente per semplificare un concetto molto complesso al grande pubblico! Naturalmente non si può sempre dare alla gente termini o spiegazioni scientifiche, perché molte persone non si interesseranno abbastanza per ascoltare o le troveranno troppo complicate da capire. Bisogna sempre semplificare i concetti al grande pubblico perché si vuole essere sicuri che il maggior numero di persone sia d’accordo con l’idea! Penso che sia un ottimo modo, mi piace anche la grafica che avete scelto! Penso che sia semplice, efficace.
Si può diffondere in tutto il paese! Tutti potrebbero iniziare una campagna di sensibilizzazione simile in diversi paesi, perché è facilmente implementabile e le risorse sono disponibili quasi ovunque. Mi piace molto questo e la sua semplicità! Sarebbe bello se poteste aggiungere qualche soluzione o suggerimento che le persone possono attuare nella loro vita quotidiana!