Quella volta che a Visone suonò Baker: “Al Jazz Club anni indimenticabili”
Il ricordo di Giovanni Bracco, fonico dello storico locale: "Franco Cerri? Un signore"
ACQUI TERME – A volte capita che a certe esperienze ci si arrivi quasi per caso, seguendo l’onda di una passione alla quale ci si dedica nel tempo libero trascorrendo qualche ora con gli amici. O forse, come cantava Tenco, solo perché “non s’aveva niente da fare”. Il Visone Jazz Club è nato nel 1978, davvero quasi per gioco. Galeotto fu il grande amore che un gruppo di visonesi aveva per la musica, il jazz (appunto) in particolare. Come tutto ha avuto inizio lo racconta Giovanni Bracco, in quegli anni fonico e “tuttofare” del locale: «Il club è nato su iniziativa di Renzo Perrone, all’epoca veterinario del paese e grande cultore della musica jazz. Aveva adibito lo scantinato del suo ambulatorio a sala prove, con pannelli di sughero insonorizzanti. Più tardi acquistò anche un pianoforte. All’inizio venivano a suonare i musicisti della zona, un po’ per provare e un po’ per intrattenere la gente del paese». Pian piano, però, questa sorta di “febbre del venerdì sera” – giorno in cui si tenevano i concerti in calendario – ha iniziato a diffondersi sempre di più portando in quello scantinato decine e decine di curiosi, «a volte anche oltre il centinaio, in un locale che al massimo poteva accogliere settanta persone. Così, tempo dopo, decidemmo di montare anche il palco per le band».
“Cerri? Un signore, non ha mai voluto che lo pagassimo”
Grazie alle conoscenze che Renzo Perrone aveva tra i gestori del Louisiana Jazz Club di Genova, in quel localino di paese hanno iniziato a esibirsi musicisti di livello internazionale: tra questi, anche Franco Cerri (nella foto), recentemente scomparso. «Era davvero un signore», racconta Giovanni, «nei primi anni ’80 è venuto a Visone almeno quattro o cinque volte. Non ha mai voluto che lo pagassimo. A dire il vero soldi a disposizione ne avevamo comunque pochi (sorride, ndr). Si accontentava di qualche scorta del buon vino delle nostre zone». A quell’epoca Franco Cerri – chitarrista apprezzato a livello mondiale più volte al fianco di artisti del calibro di Django Reinhardt, Billie Holiday, Dizzie Gillespie e Chet Baker – era noto ai più come “l’uomo in ammollo”, per un Carosello su un detersivo da lui interpretato negli anni ‘60-’70 che ha reso il suo volto famigliare a milioni di italiani, «un po’per scherzo diceva che grazie a quella pubblicità poteva permettersi di suonare gratis nei piccoli locali come il nostro».