Sulla Casale-Mortara ancora niente treni. Zaffiro: «Il colpevole è la Regione Piemonte»
Dura invettiva di Casale Bene Comune
CASALE – Johnny Zaffiro insieme alla lista civica Casale Bene Comune torna a far sentire la sua voce sul tema dei trasporti ferroviari: «Quando riapre la ferrovia Casale – Mortara?» si chiede.
Il candidato sindaco alle amministrative del 2019 concede alcune attenuanti: «Sappiamo che dal punto di vista amministrativo la linea dovrebbe avvicinarsi al compimento del terzo esercizio, e sappiamo che lo sconvolgimento legato alla pandemia giustifica alcuni ritardi». Non sono però sufficienti: «Non conosciamo, invece – perché incomprensibile – la politica dei trasporti della Regione Piemonte: gli uffici regionali competenti non hanno chiesto un centesimo nel Pnrr per opere ferroviarie, né sono noti i termini del contenzioso che impedisce a Regione e Trenitalia di concludere il percorso iniziato insieme. Non si capisce nemmeno se esista realmente una rappresentanza delle nostre zone in quegli uffici torinesi di Amp (Agenzia per la Mobilità Piemontese): esistiamo o siamo una presenza virtuale nemmeno a portata di click?».
Da anni Zaffiro insiste sul tema che lo aveva visto tra i promotori di una grande mobilitazione popolare. Si erano raccolte 9.000 firme: «Ricordate i fatti? Una delibera di giunta regionale ha sancito la riapertura della linea Casale – Mortara a dicembre 2018 (termine poi slittato a marzo 2019); un regolamento attuativo indicava dettagliatamente come riaprire tale tratta e la rete in questione è stata rifatta investendo 8.5 milioni fra il 2018 e il 2019 ai quali vanno aggiunti 1.5 milioni per interventi post alluvionali. Poi però, la Regione Piemonte ha rimpallato le responsabilità a tutti coloro che potevano passare a tiro, colpa di Trenord, colpa di Trenitalia, colpa delle motrici introvabili, colpa della Regione Lombardia, colpa della pandemia, senza mai pensare lontanamente di ammettere e di assumersi la responsabilità che il vero colpevole è proprio questa Regione Piemonte sempre più lontana dal garantire dei servizi essenziali e ancor più lontana dal garantirli a questo Monferrato».
Le 9.000 firme raccolte
Accuse nette: «Viviamo l’assurdità di un governo che mette fretta per avere progetti su cui investire i fondi europei e di una Regione (la nostra) che nega servizi essenziali e continua a tagliare il trasporto pubblico in nome di una crisi finanziaria. Questo mentre si susseguono le inaugurazioni di strade costruite proprio su quelle linee ferroviarie che una delibera di giunta regionale aveva riaperto grazie ad una grande battaglia democratica della società civile casalese, 9.000 firme, ripeto 9.000 firme. Alla faccia del “vicini ai cittadini” e alla faccia della tutela ambientale! L’asfaltatura della linea per Vercelli è una vergogna e una ferita profonda sul futuro del territorio. Ed è anche un nefasto esempio di assenza di coordianamento tra enti locali e di irrilevanza di alcuni di questi enti. I danni sono ora ma i danni saranno soprattutto domani. Le nuove generazioni ringraziano».
Il futuro si ferma a Mortara?
Manca il treno: «Fa sorridere sentire poi che per riaprire la Casale – Mortara manchi il treno diesel, che non si trova! Come se questa caccia al tesoro riguardasse due bottegucce e non due grandi aziende. Si parla poi, accennavamo poc’anzi, di sostenibilità ambientale e di sperimentazione nei trasporti, ignorando il fatto che nessun posto come il Piemonte, e in Piemonte forse nessun posto come Casale, potrebbe essere la coreografia giusta con così tanti chilometri di binari su cui investire e proporre. Un adagio recente dice il futuro è adesso, appunto. A dimostrarlo la notizia che il raddoppio Albairate – Mortara si farà, e questo, con i nasi dei nostri rappresentanti Regionali puntati diritti alla punta delle proprie scarpe, significherà che il futuro si ferma a Mortara, quando dal 2018 Casale potrebbe farne parte attiva, ma può cominciare ora e subito prevedendo l’apertura della tratta dall’anno prossimo, cominciando a cercare soluzioni e non scuse o lasciando che siano i territori stessi a trovarle restituendo le risorse per farlo. La Regione Piemonte deve dare risposte immediate a questa città e a tutto il Monferrato, e vista la difficoltà del nostro Comune nell’interagire e battere i pugni su quei tavoli da due anni e mezzo così tanto amici, chiederemo noi cittadini di avere udienza negli uffici del Presidente Cirio e pretendere le spiegazioni che ci sono dovute».