Dissing, gli attachi online e sui social media
Alda Merini, la grande poetessa, affermava “Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire” e non c’è giorno che passa che non vi sia un caso di cronaca in cui un personaggio famoso – e non solo – non sia reso oggetto di attacchi online per una frase detta, per un comportamento tenuto o anche solo per un tratto del suo corpo o della sua personalità. Da parte di utenti anonimi, di bot automatici, ma anche di persone in carne e ossa che forse non si sarebbero arrischiate a condividere tale affermazione se si fossero trovati di fronte alla vittima, faccia a faccia.
Nel rap, da sempre, vi sono sfide, dispute, insulti fra i grandi artisti, ma anche fra le più giovani leve e dal rap afro-americano è nato un termine, “dissing”, che è l’abbreviazione di “disrespecting”: nel gergo dei più giovani significa insultare. Volete avere una vita serena online? Del rap apprezzate il ritmo, osservatene lo stile, leggete i versi, ma lasciate il dissing a chi lo fa per lo spettacolo.
Il fenomeno dell’odio in Rete e delle fake news ha portato Facebook a creare un Oversight Board indipendente che opera da “giudice di ultima istanza” e ad assoldare, in giro per il mondo, quindicimila “manual checkers” che si occupano della moderazione dei contenuti. È un numero rilevante, ma che si può ben comprendere di fronte all’ampiezza del fenomeno: nel 2020 sono infatti stati pubblicati 22,1 milioni di contenuti di incitamento all’odio, 19,2 milioni di immagini violente, 12,4 milioni di foto connotate da nudità infantile e 3,5 milioni di post legati al bullismo ed alle modestie. Se il 94,7% di tale materiale è stato rilevato dai software di intelligenza artificiale, l’apporto umano resta determinante nel valutare il materiale e deciderne la cancellazione, ma anche nell’identificare i casi dei quali gli algoritmi non riescono ad interpretare il significato.
Il responsabile di Facebook, Chris Palow, ha ammesso infatti che la tecnologia manca della capacità di un essere umano di giudicare il contesto di molte comunicazioni online, soprattutto con argomenti come disinformazione, bullismo e molestie per via della mancanza di informazioni precedenti o di fronte a errori di valutazione causati da pregiudizi o fraintendimenti ed ha dichiarato: “Il sistema consiste nel far sposare intelligenza artificiale e revisori umani per fare meno errori”.