I santi di oggi, 15 ottobre, sono santa Teresa d’Avila, santa Maddalena da Nagasaki e san Barses di Edessa
Santa Teresa d’Avila
Nata ad Avila nel 1515 (circa) da famiglia nobile e morta nell’ottobre del 1582.
La vita della Santa
Teresa ha solo 13 anni quando resta orfana di madre ma trasmette comunque alla figlia l’amore per i romanzi cavallereschi. Diventa così una donna determinata, affascinante e trascinatrice, estrema nelle sue scelte e insieme capace di amministrare i monasteri e di trattare con diplomazia coi grandi dell’epoca. Da ragazza convince il fratello a fuggire per andare a combattere contro gli infedeli. Manifesta, poi, due grandi amori della sua vita: la fede e la scrittura.
Teresa decide, contro il volere del padre, di entrare in convento fuggendo di casa. Entra nel monastero di Avila, ma non è soddisfatta. È una bella ragazza, di spiccata intelligenza, ama le comodità e la conversazione. Intorno ai 20 anni precipita in una misteriosa e terribile malattia che alcuni descrivono come una sorta di paralisi durata quasi due anni, che Teresa descriverà diffusamente nei suoi scritti.
E’ la prima donna ad essere proclamata ufficialmente ‘dottore della Chiesa‘; titolo che le viene conferito da Paolo VI nel 1970.
Santa Maddalena da Nagasaki
Nishizaka, Giappone, 1611 – Nagasaki, Giappone, 15 ottobre 1634
Maddalena nacque nel 1611 a Nishizaka, nei pressi di Nagasaki in Giappone, figlia di nobili e ferventi cristiani. Narrano gli antichi manoscritti che fosse una giovane gracile, delicata e bella. I suoi genitori e fratelli furono condannati a morte per la loro fede cattolica e martirizzati quando essa era ancora giovanissima. Nel 1624 conobbe due agostiniani recolletti, Francesco di Gesù e Vincenzo di Sant’Antonio, poi anch’essi martiri e beati. Attratta dalla profonda spiritualità dei due missionari, Maddalena si consacrò a Dio come terziaria agostiniana recolletta. Da allora il suo abito fu quello religioso, le sue uniche occupazioni la preghiera, la lettura di libri santi e l’apostolato. Divenne in seguito terziaria domenicana. Nel 1629 cercò rifugio tra le montagne di Nagasaki, condividendo le sofferenze e le angosce dei suoi concittadini perseguitati, incoraggiandoli a mantenersi forti nella fede. Muore il 15 ottobre 1634, dopo atroci torture.
San Barses (Barsen) di Edessa, il vescovo martire
Nato in Mesopotamia settentrionale nel IV secolo, fu un vescovo cristiano che la Chiesa cattolica e ortodossa venera come santo.
Dopo aver condotto vita solitaria per molti anni, Barses fu ordinato vescovo di Carre, in Mesopotamia. Nel 361 fu nominato arcivescovo di Edessa, una città importante per la Chiesa cristiana.
Barses fu un fermo sostenitore della dottrina trinitaria, che era stata definita dal Concilio di Nicea nel 325. Durante il regno dell’imperatore ariano Valente, Barses fu costretto a lasciare Edessa e a subire l’esilio.
Barses fu esiliato prima ad Arados, in Siria, e poi a Ossirinco, in Egitto. Durante il suo esilio, continuò a predicare la fede cristiana e a sostenere la dottrina trinitaria.
Barses morì nel 378 o 379, durante il suo esilio in Egitto. La sua morte fu causata da un’epidemia di peste.
Barses è venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa. La sua festa liturgica ricorre il 15 ottobre.
Il suo esempio di fede e coraggio
San Barses è ricordato per il suo esempio di fede e coraggio. La sua opposizione all’arianesimo, nonostante le persecuzioni subite, è un esempio di come la fede cristiana possa essere una forza capace di superare le avversità.
L’esempio di Barses è un invito a tutti a difendere la propria fede, anche in situazioni difficili.