Drera e Allera (Lega): «Bisogna incentivare e aiutare chi vuole investire in Monferrato»
Capogruppo e consigliere si esprimono sulle crisi aziendali del Casalese
CASALE – Le crisi aziendali nell’ultimo anno sono state protagoniste indesiderate in tutto il panorama casalese. Il riferimento non può non essere legato alla situazione che stanno attraversando la Cerutti (marchio storico di Casale) e lo stabilimento Freudenberg (ex Framar) operante a Mombello. Sul tema, nel consiglio comunale di mercoledì, è intervenuto il gruppo del Pd che ha chiesto alla formazione di un periodico tavolo strutturato per tenere sott’occhio costantemente le condizioni dei lavoratori e delle imprese. Ora, a esprimersi sono anche due membri della Lega, il capogruppo in Consiglio Alberto Drera e il consigliere Tiziano Allera.
«L’attenzione è sempre stata alta e fin da subito si è cercato, a tutti i livelli, di trovare soluzioni per queste due importanti aziende e per i rispettivi lavoratori – spiegano – Le crisi aziendali presenti a livello nazionale e che interessano anche i nostri territori costituiscono un importante segnale d’allarme che occorre raccogliere e di cui è necessario interessarsi. Per un territorio come il Monferrato è fondamentale che le aziende restino sul territorio e che non si disperdano le tante professionalità presenti all’interno delle aziende».
I due consiglieri, in particolare, si soffermano poi sulla situazione dei lavoratori a Mombello: «Negli ultimi mesi si è molto discusso sulla scelta operata dalla multinazionale tedesca Freudenberg, che produce sgabelli, scale ed assi da stiro nello stabilimento monferrino (con attualmente 44 dipendenti in forza), di chiudere lo stabilimento e trasferire la produzione nello stabilimento, sempre di proprietà, di Monselice (Padova). La decisione, inizialmente irremovibile era la chiusura dello stabilimento prevista in questo mese di ottobre 2021. Lo stabilimento (di circa 22mila mq) è ubicato in Valle Cerrina e la prossima chiusura avrebbe creato numerosi disagi alle famiglie che per trovare occupazione avrebbero dovuto spostarsi a diversi km di distanza (non vi sono altre realtà produttive in zona). L’azienda Freudenberg aveva proposto ai lavoratori di trasferirsi a Monselice, ma è un’opzione difficilmente percorribile e al momento nessun dipendente ha accettato tale offerta»
Ma come spiegano anche i due esponenti del Carroccio: «Un’azienda del comparto casalese, come anche già anticipato nei giorni scorsi, ha raggiunto un accordo per acquisire un ramo d’azienda (più precisamente il ramo relativo alla produzione di sgabelli e scale), composto da impianti e macchinari (revisionati e messi a norma, ricondizionamento che durerà qualche mese), terreni e fabbricati, il marchio in proprietà (molto conosciuto non solo in Italia ma anche all’estero) e assorbire 25 dipendenti. L’acquisizione non interesserà il comparto degli assi da stiro, stendibiancheria e carrelli per la spesa.
A seguito dell’acquisizione, la società acquirente intende produrre sedie e sgabelli nello stabilimento di Mombello, investendo altresì in nuovi impianti e macchinari utili anche per la produzione di stendibiancheria. L’accordo di prossima sottoscrizione e l’intera operazione si perfezionerà entro fine anno e la produzione inizierà immediatamente subito dopo, salvo per i macchinari ancora in corso di ricondizionamento. I 25 dipendenti sono occupati attualmente nel ramo di azienda oggetto di acquisizione, ma con i nuovi investimenti in impianti e macchinari (ordini già firmati per due nuovi impianti di cui uno riguardante anche lo stampaggio materie plastiche), l’obiettivo è non solo di consolidare l’attuale produzione, ma bensì di aumentare sensibilmente il fatturato nei prossimi due anni e se l’obiettivo verrà raggiunto ciò presupporrà un incremento occupazionale, seppur non nel breve termine».
È questa la prospettiva che fa parlare Drera e Allera di una notizia positiva sia per i dipendenti che per il territorio monferrino: «perché si garantiranno posti di lavoro, la continuazione dell’attività di un’azienda storica e soprattutto non ci sarà alcuna delocalizzazione che avrebbe inesorabilmente depauperato ulteriormente il nostro territorio. Occorrerà continuare a interessarsi sempre maggiormente a tutti questi elementi affinché nel nostro territorio possa esserci un’inversione di tendenza sul piano industriale e lavorativo».
Infine, un ultimo monito viene lanciato sia agli investitori che al mondo politico: «Bisogna incentivare e aiutare le aziende del nostro territorio che hanno la volontà di investire, ampliarsi e mantenere la produzione in Monferrato, specialmente nel momento storico che stiamo vivendo. Il compito della politica deve essere quello di facilitare i dialoghi e le transazioni tra i diversi soggetti che intendono investire sul territorio e crediamo che se saremo in grado di adempiere a questi propositi ci potrà essere uno sviluppo di tutta la nostra zona».