Il Bormida allaga (di nuovo) l’Agriparco: “È troppo, chiudiamo”
Lo scolmatore realizzato da Aipo non ha retto alla forza delle acque
SEZZADIO – «Questa è la terza volta, la ‘mazzata’ che ci mette davvero in ginocchio. Purtroppo siamo costretti a dire basta: l’Agriparco Santa Giustina chiude definitivamente». Dalle parole di Giuseppe Bonelli traspare tutto lo sconforto di chi si vede obbligato ad arrendersi e a dire addio a un piccolo sogno diventato realtà. Giuseppe è il socio di Adriano Daniele, colui che nel 2015 ha investito non poco denaro sui 15 ettari di lago e 45 di terreno alle porte di Sezzadio facendoli diventare in poco tempo un’oasi di pace e relax che negli anni ha attirato turisti anche da fuori regione. Le piogge torrenziali di lunedì 4, però, hanno portato per l’ennesima volta all‘esondazione del Bormida, che un baffo si è fatto dell’argine di contenimento realizzato da Aipo nella primavera 2020 per una spesa di circa 450mila euro.
Dal 2016 tre le alluvioni
La forza delle acque ha abbattuto parte dello scolmatore lasciando così al fiume via libera fino all’Agriparco. «La prima volta nel 2016, poi nel 2019 e ora di nuovo. Per noi diventa improponibile provare a ripartire, anche perché se l’argine che avrebbe dovuto evitare tutto ciò si è rivelato inutile siamo quasi certi che accadrà di nuovo. Per ora non possiamo accedere all’area nemmeno a piedi. Crediamo che le strutture abbiano retto, ma il lago in pratica è stato di nuovo spazzato via».
Dopo l’alluvione di due anni fa e dopo le difficoltà dell’anno pandemico la scorsa estate per l’Agriparco Santa Giustina sembrava finalmente arrivato il momento della ripartenza: «Il parco –aggiunge Bonelli – dava lavoro a tante persone per sei mesi l’anno, persone che ora si trovano d’improvviso disoccupate, me compreso. Purtroppo, però, non possiamo fare altrimenti».
Il Comune di Sezzadio ha intenzione di fare il necessario per tutelare i proprietari dei terreni alluvionati: «È chiaro che il lavoro fatto da Aipo è stato assolutamente insufficiente, ma noi lo avevamo fatto notare già a tempo debito», commenta il consigliere comunale Maurizio Daniele. «Per fortuna questa volta l’acqua del Bormida si è fermata a mezzo metro dalla stessa strada divelta dalla piena dove nel 2019 ha trovato la morte Rosanna Parodi».
Nelle foto lo scolmatore prima e durante l’esondazione del Bormida