Pendolari, la denuncia: «Treni ancora ridotti come un anno fa»
«L'orario è rimasto lo stesso di agosto 2020, ma nel frattempo scuole, università e attività economiche sono ripartite»
NOVI LIGURE — I pendolari chiedono alla Regione e alle Ferrovie di riattivare tutti i treni che sono stati cancellati durante i lockdown. Il Piemonte infatti è rimasto l’unico ad avere un servizio ferroviario ancora ridotto all’85 per cento delle corse pre-Covid.
«Dal 15 ottobre è previsto il rientro in presenza di tutti i dipendenti pubblici e nel frattempo sono ripartite anche le scuole e le università, ma il servizio ferroviario regionale continua ad avere un’offerta ridotta – dicono dal coordinamento delle associazioni pendolari del Piemonte, di cui fa parte anche l’Apn di Novi Ligure – Inoltre ci avviciniamo al periodo dell’anno in cui è maggiore l’emissione di polveri sottili e il treno è il mezzo di trasporto più ecologico».
I pendolari chiedono anche «la riattivazione delle tratte attualmente sospese». «Il servizio ferroviario sconta parecchie problematiche che abbiamo più volte segnalato nei mesi scorsi, senza che alcun intervento risolutivo sia stato attuato, causando ancora oggi disservizi e l’impossibilità di utilizzare il treno in molte fasce orarie, situazione che peggiora sensibilmente nei fine settimana», spiega Andrea Pernigotti, presidente dell’associazione pendolari novesi.
L’orario oggi in vigore, fanno sapere i pendolari, è lo stesso dal 15 agosto 2020, «ma da allora la mobilità è incrementata, anche con parametri a due cifre, senza che questo abbia comportato il benché minimo intervento di potenziamento, situazione unica in Italia».
Sulla Alessandria-Piacenza ad esempio è stato soppresso il 20 per cento delle corse tutti i giorni, mentre sulla Alessandria-Voghera il servizio è stato ridotto di circa il 30 per cento. Sulla Torino-Genova manca il cadenzamento orario su tutte le corse e alcuni treni inoltre sono limitati ad Alessandria.