Carolina è un’influencer. «Nascere a Casale? Non mi ha mai limitato»
La Ogliaro ha iniziato nel mondo dei social 10 anni fa. Ora è la sua professione
CASALE – Ha 35 anni, nata e cresciuta a Casale ora vive il sogno che in molti vorrebbero realizzare. Carolina Ogliaro, 320.000 followers su Instagram, è quella che al giorno d’oggi potremmo chiamare un’influencer. Attiva sui social da più di 10 anni, si occupa principalmente di moda, ambito che recentemente l’ha portata a partecipare agli eventi più ‘in’ del mondo, primo fra tutti la settimana della moda a Parigi. Tra i suoi interessi non c’è solo questo però. Carolina si occupa anche di profumeria di nicchia, viaggi e mondo del beauty. Un salto in avanti che l’ha portata da un piccolo studio medico di provincia a calcare i più famosi red carpet mondiali.
So che ha lavorato in uno studio medico. Perché cambiare completamente strada?
Sì precedentemente ho lavorato in uno studio medico, un percorso professionale che mi ha insegnato molto e di cui sono grata. Ho sempre portato avanti entrambi i lavori in parallelo ma sono arrivata a un punto in cui il mio attuale lavoro richiedeva di più. Mi sono presa del tempo per riflettere e per fare un vero e proprio bilancio della mia vita… stavo andando nella direzione giusta? Era davvero quello ciò che volevo fare? Nulla è certo e sicuro, quindi ho scelto di puntare su me stessa e dedicarmi solo ed esclusivamente al mio attuale lavoro lasciando tutto il resto. Bisogna scommettere e rischiare per ottenere ciò che si vuole.
Nascere e crescere in una cittadina di provincia come Casale Monferrato è stato un limite?
I limiti esistono primariamente nella nostra mente: quando troviamo delle scuse è perché la posta in gioco non ci interessa più di tanto o non siamo sufficientemente motivati. Nascere in una piccola città non è assolutamente limitante, magari si possono avere delle difficoltà in più per via del muoversi o del creare un network di contatti… Difficile ma non impossibile. Se vogliamo davvero qualcosa la soluzione per ottenerlo la troviamo. Ha influito positivamente però nello spronarmi a non mollare e a perseguire nel mio sogno.
Parliamo del suo lavoro. In cosa consiste essere una vera ‘influencer’?
Il lavoro dell’influencer spesso per tanti è semplicemente ‘persone che passano il tempo su Instagram a fare selfies’. Bisogna fare un distinguo tra chi lo fa per hobby e chi per professione. La fotografia è sicuramente una parte importante del lavoro così come la creazione dei contenuti. Bisogna puntare tutto sulla propria unicità, senza guardare cosa fanno le altre, perchè gli altri non sono noi e viceversa. E’ importante rimanere fedeli a sé stessi e a come si è, senza distorcere il proprio essere per agglomerarsi alla massa oppure per cercare di piacere a tutti a tutti i costi. Una vera influencer ha il suo stile, ha i suoi gusti, ha il suo modo di comunicare.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?
Ogni lavoro ha i suoi pro e i suoi contro, ma sono sempre convinta che se ami quello che fai i lati negativi o gli intoppi vengono affrontati in un modo diverso. Il lavoro perfetto sempre non esiste, cresciamo durante i momenti più duri e non quando va tutto liscio. Basta solo non lasciarsi sconfortare se ci troviamo davanti a una difficoltà… La mia idea è che se è un problema nasce, nasce a sua volta anche una soluzione.
Lei collabora con numerosi brand, anche famosi. Sono loro a contattarla?
Sono loro a contattarmi per progetti, mi piace sempre però potermi confrontare con i pr per il lato di creazione contenuti. Partendo da un brief, voglio sempre poter dare la mia impronta per dare vita a un progetto che sia in linea con lo stile del brand e con il mio modo comunicativo.
Mi diceva che si trovava alla settimana della moda a Parigi. Com’è stato?
Meraviglioso! E’ stato molto bello poter tornare alle sfilate e agli eventi dal vivo e non digitali. Poter rivedere persone e parlarsi non attraverso uno schermo non ha prezzo. Le collezioni per la prossima primavera estate 2022 presentate dai vari brand sono molto interessanti e vanno a coprire ogni tipo di stile e gusto.
Parliamo di pandemia. Si può dire che questa professione sia stata una delle prime ‘smart’, nel senso che si può lavorare praticamente dovunque. Negli ultimi due anni a causa del Covid qualcosa è cambiato? È stato più difficile?
Io credo che non bisogna fare muro davanti ai cambiamenti, bisogna essere resilienti e se arriva un qualcosa che scombussola tutto bisogna trovare un modo per reinventare il proprio lavoro e la propria vita. Tralasciando il lato sanitario, la pandemia per molti ha significato un punto di svolta. Tanti miei amici che avevano il sogno di diventare freelance, hanno usato questo momento per decidersi a fare il grande salto. Ciò che sicuramente la pandemia ha insegnato è la precarietà della nostra esistenza. Per quanto riguarda la mia professione, si è trovato un modo nuovo di comunicare, cercando di regalare a chi segue dei momenti spensierati e leggeri, provando anche interagire sempre di più per stare vicino alle persone che hanno passato la quarantena totalmente da soli. L’avvento dei social ha fatto un po’ perdere il senso di comunità, cosa che invece durante la pandemia si è sentita e ricercata di più.
Ha numeri molto alti di followers su Instagram. Quanto è difficile raggiungere queste cifre?
E’ sempre tutto legato al modo di comunicare, bisogna interagire con i propri followers e non usarli come “numeri”. Sono persone, vanno ascoltate, bisogna rispondere alle loro domande, ai loro complimenti e anche alle loro critiche… le critiche sono costruttive, se dette in maniera educata e rispettosa e si possono creare interessanti spunti di conversazione. Avere un pubblico fedele che ascolta è un punto a favore che i vari brand ricercano molto.
Dove si vede tra 5 anni? Qualche progetto futuro?
Questa è la strada che amo di più, ma sono aperta a tutto perché a volte la vita scompiglia le carte e ci porta nuovi orizzonti che neanche immaginavamo. Ci sono molto progetti in cantiere per questi ultimi mesi dell’anno e anche per il primo semestre del 2022. Sicuramente voglio impegnarmi sempre più nelle lotte ambientali e per gli animali: sono un’attivista e supporto le battaglie di Lega del Cane, Lav e Enpa, ma anche di associazioni minori. E’ estremamente importante usare la nostra voce per difendere coloro che voce non hanno. Mi auguro anche che, senza aspettare 5 anni, i beagle che sono adesso tristemente sulle cronache italiane, per il loro presunto utilizzo per la sperimentazione di farmaci della multinazionale Evotec, vengano presto liberati.
Per chiudere: si occupa principalmente di moda. Che cosa, secondo lei, fa la vera moda? È qualcosa a cui tutti possono aspirare o ci va del ‘talento’ innato?
La moda nasce “in strada”, il consumatore decreta davvero cosa andrà di moda e sancisce la fortuna o il declino di una collezione e di un brand. Ho sempre pensato che Yves Saint-Laurent quando ha affermato che “ciò che è importante di un vestito è la donna che lo indossa” avesse più che ragione. La moda è un modo per esprimere noi stessi, non esistono dogmi, la moda è creativa e ci permette di sperimentare e reinventarci senza seguire regole. Demna Gvasalia, presentando la sua collezione a Parigi, ha detto ai giornalisti di voler ironizzare sulla moda stravolgendo i soliti cliché, insegnandoci ancora di più che è una forma di arte. Ricordiamoci sempre che i designer creano per vestire le persone e non dei robot, quindi è importante far prevalere la propria unicità e il proprio gusto personale.