Cantina Alto Monferrato: fine della corsa, c’è la rinuncia definitiva per la titolarità dei beni
Nuovo colpo di scena nella querelle che coinvolge l’Unione dal Tobbio al Colma
LERMA – Nessun documento, né inventari, né ricevute o fatture d’acquisto. Questa la situazione che ha portato a un clamoroso colpo di scena nella querelle che da tempo coinvolge l’Unione dal Tobbio al Colma.
Quest’ultima in un primo momento aveva rivendicato la proprietà dei beni della Cantina Alto Monferrato avviando un contenzioso contro il fallimento per riavere i beni utilizzati per la produzione del vino. Ora l’ente stesso ha deciso di fare marcia indietro rispetto alla posizione già assunta.
Esperienza fallimentare
«Non esistono documenti che comprovino neppure i costi superiori alla valutazione delle attrezzature contese», ha spiegato il legale. Una situazione della quale il consiglio non ha potuto che prendere atto, deliberando di conseguenza.
Il provvedimento è stato approvato con la sola astensione del consigliere Marco Mazzarello (nella foto sopra), come noto da tempo su posizioni molto critiche nei riguardi degli attuali vertici dell’associazione. L’edificio era stato costruito nel 2002.
Tentativo inutile
L’attività era di fatto cessata nel 2018 dopo quindici anni. Una società interamente pubblica nata dalla compartecipazione di otto comuni. Tra i soci di maggioranza Lerma, Tagliolo, Mornese e Casaleggio per un’idea di vinificazione collettiva nata per venire incontro ai produttori della zona.
L’obiettivo originario era evitare che le uve pregiate del territorio finissero nei mercati del commercio vitivinicolo di altre zone, rischiando di essere sottopagate.