Marino: “Tortona somiglia alla mia Brindisi”
Il patron di New Basket che domani sfida la Bertram. "Progetti simili legati alla costruzione di un'arena. Qualche anno fa noi vicini a Ramondino"
BRINDISI – Ex presidente di Lega, apprezzato patron della New Basket Brindisi, dirigente di riferimento della pallacanestro italiana, imprenditore… Fernando Marino sfida la Bertram (squadre in campo domani sera alle ore 20) con la sua ambiziosa Happy Casa. Brindisi è da una decina di anni una realtà stabile della Serie A italiana, un club che negli anni si è consolidato ad alti livelli con una gestione basata sulla continuità.
Dopo la splendida vittoria con Sassari in campionato, la squadra di coach Frank Vitucci, è franata in casa mercoledì sera contro gli israeliani dell’Hapoel Holon. “Una prestazione da ‘fascia protetta’ – scherza Marino -. Siamo una squadra ancora inesperta a cui manca ancora la durezza mentale per ripetersi, settantadue ore dopo bellissima prestazione come Sassari. Abbiamo trovato una squadra ben allenata da coach Buscaglia che ci ha messo da subito le mani addosso e messo siamo andati in difficoltà”.
Al termine della partita Lei si è scusato ed ha fatto un regalo ai tifosi.
“Mi è sembrato il minimo offrire ai nostri tifosi l’ingresso gratuito alla prossima partita di Coppa. Siamo orgogliosi dell’affetto della gente nei nostri confronti e del crescente interesse per la Coppa e speriamo che quando torneranno nel nostro impianto sapremo offrire loro uno spettacolo migliore”.
Quindi domani sera a Casale troveremo una Brindisi decisa a riscattarsi?
“Per forza. Non possiamo fare altro dopo quello che abbiamo combinato. Mi aspetto una bella partita e colgo l’occasione per fare i complimenti alla dirigenza di Tortona per il loro progetto solido che si basa anche sull’impianto da realizzare. Mi sembra che la visione sia simile alla nostra”.
Anche voi come il Derthona state realizzando un’area per la pallacanestro. Ce ne parli…
“Sì, i lavori di costruzione della nostra New Arena potrebbero iniziare tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Purtroppo siamo alle prese con lungaggini burocratiche e un iter che spesso è caratterizzato da delle duplicazioni. A questo proposito io sono convinto che il rilancio del movimento passi anche attraverso lo snellimento delle procedure. Città di provincia come Brindisi e Tortona se partono da una struttura e dalla sua gestione, che deve aprirsi ovviamente anche ad altri eventi e spettacoli, possono rendere più sostenibile la pallacanestro. Noi per la nostra abbiamo attivato un project financing col 45% della spesa rimborsata dai fondi europei. L’impianto di proprietà è strategico: qualunque proprietario appassionato dopo alcuni anni di impegno comincia a sentire la stanchezza. Non siamo il calcio che regala plusvalenze e diritti tv”.
Che idea si è fatto del campionato?
“Molto, molto equilibrato. Tranne le prime tre squadre tutte possono battere tutte. Equilibrato e livellato nei budget”.
Voi siete reduci dalla vostra migliore stagione. Qual è il segreto?
“Il segreto è avere la squadra più forte dietro la scrivania. Unità di intenti tra chi fa la squadra e chi la allena. Noi condividiamo anche il mercato perché la sintonia è importante. E a livello organizzativo e gestionale tutto deve funzionare come un orologio svizzero anche per rispetto degli atleti”.
Come sta andando Lucio Redivo, che a Casale Monferrato ha fatto vedere grandi cose?
“Redivo è una piacevolissima sorpresa. Un professionista serio e preciso. Lo abbiamo rinnovato per altri due mesi in attesa di capire l’infortunio di Clark. Si sta adeguando ad un sistema e alla durezza fisica di un campionato che è maggiore di quello dell’A2. Sicuramente resterà con noi fino almeno fino a quando avremo l’impegno delle coppe”.
E’ vero che anni fa coach Ramondino fu vicino alla panchina di Brindisi?
“Sì, fu una trattativa dell’allora direttore sportivo Alessandro Giuliani. Ramondino era nella rosa dei tecnici candidati a sostituire Piero Bucchi“.
Che consigli si sente di dare alla matricola Derthona?
“Tortona ha un presidente illuminato e un gruppo di manager che conosco e che non hanno bisogno di consigli. Posso dire per nostra esperienza che servono molta armonia, unità d’intenti e umiltà. Nello sport due più due non fa quattro. Serve equilibrio”.
Lei è stato presidente di Lega in un momento molto delicato per la pallacanestro italiana. Cosa è strategico per Lega oggi?
“La più grande soddisfazione del mio mandato fu riuscire a far sedere allo stesso tavolo Rai e Sky per le finali scudetto che ebbero un grande successo di pubblico. Il futuro passa dai diritti tv. Credo che se la Lega non troverà partner che credono davvero nella pallacanestro debba andare verso l’autoproduzione con una tivù della Lega. Una maggiore visibilità è fondamentale”.