Il corto di Marcozzi “Migliore Fotografia” al Pompei Film Festival
"Il fabbricante di scintille" del regista acquese: "Andare a lavorare altrove? Io amo la mia città"
ACQUI TERME – In città è molto conosciuto; è anche l’autore di tanti spot turistici per i Comuni dell’Acquese, un territorio che ama profondamente. Il regista Valerio Marcozzi, però, grazie alla partecipazione a diversi film festival nazionali e non, sta facendo conoscere il proprio nome (e indirettamente anche la città bollente) anche al di là dei confini piemontesi incassando nelle sale di proiezione il plauso di spettatori e critica.
Dopo il premio ‘Migliore attrice’ assegnato a Miriam Lopo per l’interpretazione di ‘In Tempo’ dal Moonwhatchers Film Festival, il faro dei vincitori stavolta illumina direttamente il regista nostrano che si è aggiudicato il premio Migliore fotografia per ‘Il fabbricante di scintille’ al Pompei Street Cinema Festival, una kermesse importante dedicata a cortometraggi e docu-film.
«Un premio inaspettato anche perché il livello delle opere in concorso era davvero molto alto con contributi da tutto il mondo – racconta il regista – Tre giorni di proiezioni, più di cento opere partecipanti e solo 33 finalisti nelle categorie ‘short’ e ‘Pov’. Ricevere un riconoscimento per la Fotografia da una giuria internazionale è stato davvero gratificante». Cos’è la fotografia di un film? «E’ come viene impostata la ripresa, luci, ombre che creano l’atmosfera della scena – spiega – Abbiamo ricreato il laboratorio di un personaggio di fantasia, con scaffali, ampolle, un’ambientazione che richiama un mondo antico. La fotografia dovrebbe far entrare lo spettatore nel mondo dei personaggi».
Valerio Marcozzi racconta di aver vissuto una bellissima esperienza. Un weekend nella città di Pompei ospitato dall’organizzazione. «Un’atmosfera bellissima, circondato da persone del settore – confessa – Mi hanno inserito nel gruppo con gli attori napoletani, Ciro Esposito di Gomorra e Annalisa Insardà della serie Carabinieri. Abbiamo parlato dei nostri progetti e subito è scattato il feeling. Ci siamo scambiati i contatti e sicuramente ci saranno delle collaborazioni future».
Tante le pellicole proiettate. «Le ho volute vedere tutte, per imparare, studiare come gli altri, anche in altri paesi, vedono e vivono il cinema – racconta – La qualità era altissima; molti corti erano davvero belli. Per questo il premio ricevuto mi riempie tanto di orgoglio». Il fabbricante di Scintille ha avuto menzioni anche in altri Festival, recentemente al New York Neorealism Film Awards e al Florence Film Awards. «Mi ha sorpreso l’attenzione rivolta alle mie opere; mi stanno chiedendo di partecipare a molte rassegne – informa Marcozzi – Il fabbricante è una pellicola che lascia libera l’immaginazione. Mi spiego: io faccio film perché ne ho bisogno, devo raccontare storie. Ma chi la guarda deve essere libero di interpretarle. Che è poi il fulcro di ogni opera artistica. Se lo spettatore riesce a cogliere il mio messaggio, bene, se ne trova di altri, meglio. E’ questo l’unico modo per uscire fuori dagli schemi».
Il ‘Cupido senza cuore’ è il primo consegnato a Marcozzi durante la serata di gala. Scroscianti gli applausi di un pubblico punteggiato da tanti volti noti del piccolo e grande schermo. Lei del Pompei Fil Festival ha apprezzato l’aria internazionale. Quanto pesa vivere e lavorare ad Acqui Terme, una piccola città lontana da certi contesti? «Blocca leggermente, per questo molte volte mi è stato consigliato di andare altrove, magari all’estero – risponde – Ora che sto mettendo il piede fuori dalla città mi rendo conto che esistono luoghi ed ambienti dove si parla la mia stessa lingua. Per carità, io ad Acqui sono circondato da una squadra di grandi professionisti, però quando vai in certi festival hai la possibilità di parlare con produttori e registi. Altrove avresti più opportunità incontrarli. Mi domando: a Milano Valerio Marcozzi sarebbe lo stesso? Non so. Io amo la mia città e non cerco il successo. A me basta fare quello che mi piace fare. E poi Acqui Terme è un set a cielo aperto».