Boom di escursionisti sul Cammino dei Ribelli per ritrovare la libertà
Il percorso, che si snoda lungo 130 chilometri, forma un anello che ha come punto di partenza e di arrivo Arquata Scrivia
ARQUATA SCRIVIA — Ad avere l’intuizione, quattro anni fa, di far vivere il territorio attraverso il cammino è stato Giacomo D’Alessandro che ha coinvolto fin da subito Irene Zembo e Dario Debenedetti. Insieme hanno dato vita al Cammino dei Ribelli, un percorso lungo 130 chilometri che ripercorre le “tappe” della lotta partigiana sull’Appenino, in particolare in val Borbera.
«Attraverso il cammino dei ribelli – spiega Debenedetti – si “vive” la storia». A causa della pandemia che ci ha costretti in casa per lunghi mesi, la voglia di essere liberi, di stare a contatto con la natura è aumentata vertiginosamente e ha fatto scoprire a tanti quello che viene definito il “turismo lento” che «quest’anno ha avuto un vero boom di adesioni e di partecipanti».
Quest’estate hanno raggiunto Arquata Scrivia per intraprendere il cammino da ogni regione «abbiamo avuto, per fare qualche esempio, un gruppo di boy scout di Roma – prosegue Debenedetti – Poi comitive di Firenze, di Bologna, tutti accomunati dalla voglia di stare all’aperto e conoscere nuovi posti».
Dario Debenedetti, segue passo passo, gli escursionisti che arrivano ad Arquata e ha notato che «la maggior parte dei turisti sono donne, molto motivate e preparate. In generale, comunque, il turista che abbiamo accolto è estremamente educato, rispettoso della natura e del suo prossimo».
Il percorso parte ed arriva ad Arquata, i sentieri sono segnati, sono sistemati e curati, non mancano poi i punti di sosta e ristoro e naturalmente al viandante viene rilasciato il passaporto del Cammino dei Ribelli .«Ora dobbiamo migliorarci e crescere ulteriormente. L’idea è che questo cammino si intersechi con altri percorsi così da creare una vera e propria rete. Certo c’è molto lavoro da fare ma il successo riscontrato quest’estate ci ha dato fiducia e siamo pronti alla sfida».